giovedì 7 luglio 2011

Un patto di solidarietà intergenerazionale

IL MANIFESTO DI

1. Il rapporto tra le generazioni è la principale forma tramite cui le società si rinnovano, ed è anche il legame sociale basilare che, a partire dalla nascita biologica, dà occasione all’adulto di esercitare la propria potenzialità generativa e creatrice, ma anche, al contrario, ne mette in luce la potenzialità de-generativa e (auto)distruttrice. Insieme con la circolazione delle idee e delle persone – che sta gradualmente costruendo un’inedita società civile globalizzata –, l’arrivo nel forum sociale delle giovani generazioni è infatti il principale processo tramite cui gli orizzonti culturali di senso delle società si rinnovano. Così, il cambiamento generazionale è al tempo stesso il motore del cambiamento storico e lo strumento più adatto per fronteggiarlo.

2. Generazioninsieme intende istruire un’opera di sensibilizzazione, di approfondimenti e di proposte, su questo aspetto cruciale dell’innovazione sociale. Si tratta di un’opera da svolgere a tutti i livelli, cercando le più ampie convergenze: partiti politici, sindacati, associazioni culturali, fondazioni di studio, associazioni di volontariato e quanti altri possano essere interessati in Italia e all’estero sulle tematiche sopra richiamate. Aderisce alla proclamazione dell’anno 2012 come l’anno della solidarietà intergenerazionale promossa dal Parlamento europeo e condivide la relazione allo stesso Parlamento sulla “sfida demografica e la solidarietà tra le generazioni”, dove si afferma che “una società degna dell’uomo debba fondarsi sul principio della giustizia generazionale” e che “l’economia e la società hanno bisogno, per raggiungere i loro obiettivi, dell’esperienza, dell’impegno e del patrimonio di idee di tutte le generazioni”...

7. Di fronte a questa situazione complessa è necessario un approccio che non insegua il contingente ma che ricerchi risposte di lungo periodo, e per almeno tre generazioni: i padri, i figli e i nonni. La via delle riforme necessarie all’Italia richiede la continua ricerca della coesione sociale, e quindi sempre la considerazione dell’ equilibrio e della solidarietà tra generazioni, con riferimento pure alla popolazione immigrata.

8. Per dare seguito a tale approccio occorre ripensare anche le categorie di “giovane”, di “adulto” e di “anziano”, specialmente nella società italiana. Nel ridefinire il significato della parola “giovane” diventa fondamentale la rielaborazione dei bisogni e delle “capacità” ascrivibili a tale definizione: autonomia, autorealizzazione, progettualità, speranza nella società e introduzione di una novità nel “senso” della storia di cui si fa parte. Allo stesso modo, occorre riconoscere la categoria di “adulto” al plurale per le esperienze personali che vive quotidianamente in una continua e fisiologica situazione di differenziazione culturale e di ruoli assunti sempre più conflittuali. La generatività sociale necessita della loro attiva assunzione di responsabilità, in particolare nelle transizioni vissute, per trasmettere una leale e proficua collaborazione fra le generazioni di uomini e donne nei diversi ambiti e ambienti di vita. Occorre ridefinire la categoria di “anziano”. Proprio la maggiore longevità deve consentire una ridefinizione dinamica della cosiddetta “soglia di anzianità” considerando gli anni di residua aspettativa di vita. Assistenza per i bisognosi e i non autosufficienti, ma anche politiche di “invecchiamento attivo”. Valorizzazione dei saperi e delle esperienze di una vita, anche come migliore condizione per quello “scambio” tra generazioni affinché il futuro non sia una mera riproduzione del passato, ma l’apertura al nuovo e ai maggiori gradi di libertà e avanzamento civile.

9. Per questo, occorre rovesciare la deriva di una società fondata sulla riduzione dei diritti e degli spazi pubblici a fronte di un’aspra competizione globale, che si muove nell’attuale grave indebolimento della politica nazionale ed internazionale. Il governo, qualsiasi governo, invece, dovrebbe mettere in campo le politiche economiche necessarie allo sviluppo civile. Scegliere lo sviluppo civile, significa cercare la crescita imprimendo equità al sistema-Paese, cominciando dal fisco, dal welfare e dall’istruzione. Il governo non può e non deve esimersi dal governare il mercato, che rappresenta un’istituzione della società civile che va regolamentata come altre importanti istituzioni nell’interesse generale. Le politiche economiche, fiscali e industriali orientate all’equità e agli investimenti reali – che partano dal lato dell’offerta quanto dal lato della domanda – sono indispensabili per far crescere le imprese e creare buona e sicura occupazione, quindi l’economia e la società...

14. Concretamente, l’Associazione si impegna a:
- assumere un programma di “osservazione”, di studio, di approfondimento multidisciplinare sui rapporti intergenerazionali;
- effettuare un’accurata ricerca delle iniziative assunte in merito da altri Paesi e delle soluzioni concretamente adottate al fine di permettere uno scambio costante di esperienze;
- elaborare reports periodici, ai quali dovrebbe essere data ampia diffusione, sia tramite canali tradizionali (convegni, pubblicazioni, articoli), sia tramite nuovi canali (informatici) di informazione e comunicazione;
- individuare metodi, assetti organizzativi, attività produttive per la valorizzazione delle esperienze, anche nel rinnovamento delle classi dirigenti;- prevedere forme di solidarietà tra generazioni, seguendo nuovi e più giusti criteri di merito;
- studiare e valorizzare le “buone pratiche” già esistenti o che potrebbero essere attuate per la sostenibilità del sistema-Italia dal punto di vista economico, sociale e dunque intergenerazionale.

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