mercoledì 16 febbraio 2011

"Verità e fraternità umana" di Jacques Maritain

Segnalazione a cura di Piero Viotto

Carissimi amici, dovendomi preparare per una tavola rotonda sulla comprensione reciproca tra uomini di diverse convinzioni morali, a cui parteciperanno un ebreo, un musulmano e un cristiano, ho cercato tra i numerosi interventi di Maritain sull’argomento, ed ho trovato una conferenza poco nota "Truth and human Fellowship" fatta alla Princeton University che certi teologi che predicano la verità ma dimenticano la carità, e certi ingenui pacifisti che predicano l’amore ma dimenticano la verità, farebbero bene a meditare. Ve la allego nei suoi passaggi fondamentali.
Cordialità e amicizia, Piero Viotto.

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Cogliamo l'occasione della segnalazione dell'amico Piero Viotto, per invitare tutti alla tavola rotonda su "Raïssa e Jacques Maritain", organizzata dalla Facoltà di Filosofia del Pontificio Ateneo Sant’Anselmo e dall’Istituto Internazionale Jacques Maritain, che si terrà il 25 febbraio 2011 a Roma (trovate maggiori dettagli nel sottostante invito).

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Per il dialogo e la convivenza costruttiva
di Carlo Pantaleo
Presidente Associazione Centro Studi Nuove Generazioni

Ringrazio di cuore il prof. Piero Viotto per il testo interessante e attualissimo che ci ha inviato. Questa conferenza poco nota Truth and human Fellowship, fatta alla Princeton University da Maritain ha davvero molto da dire per l'oggi e il futuro, per tutti. Certamente il tema è posto sul piano religioso, ma lo amplierei a quello della cultura. La riflessione sul concetto di cultura ne ha ampliato il significato, fino ad investire l'intero modo di vivere, di pensare e di esprimersi di un gruppo sociale: si riconosce così la capacità di tutti i popoli di produrre “cultura”. Di ciò si deve trattare soprattutto nella crisi d'identità e d'integrazione che attraversa le società complesse. Infatti le nostre società ancora non si rendono pienamente conto delle conseguenze di finire nel soggettivismo esasperato o nella rivendicazione fanatica del potere della comunità.
Trovare una risposta a tutto ciò vuol dire situarsi nel solco dell'umanesimo personalista, che ha saputo concepire e validamente distinguere fra religione e politica, fra chiesa e impero, puntando alla tutela della singola persona. Anche il moderno multiculturalismo può esistere solo in questa ottica: grazie ad un dialogo interculturale che favorisce l'apertura interna di una cultura, la sua ricettività all'altro, onde sviluppare il confronto con linguaggi ed orizzonti altrimenti intraducibili ed incompatibili con i nostri. Ciò non toglie che alcune culture e certi punti di vista siano superiori ad altri, proprio per la loro maggiore sensibilità alla dignità umana e alle differenze; il problema, però, è quello di giungere ad un incontro con l'altro che salvaguardi le diversità senza appiattirle o distruggerle artificiosamente. Lo Stato liberale di diritto, di per sé, non può essere ovviamente “Stato etico”; non può pensare di realizzare il “bene” contro la volontà dei cittadini; ma non può essere nemmeno eticamente neutrale, quasi che uno stile di vita valga un altro, che ogni scelta equivalga all'altra.
L'accentuarsi delle situazioni di natura multiculturale e plurietnica, di fronte alle quali si verificano talvolta atteggiamenti di intolleranza quando non addirittura di razzismo può tradursi in occasione di arricchimento e di maturazione in vista di una convivenza basata sulla cooperazione, lo scambio e l'accettazione produttiva delle diversità come valori ed opportunità di crescita democratica. Le società multiculturali sono caratterizzate dalla presenza, in un determinato contesto, di più culture. In esse, i soggetti e i gruppi si connotano come elementi di una realtà complessa, che interagiscono secondo dinamiche diverse, in funzione degli ambiti e delle condizioni di incontro. Nella ricerca sull'interculturalità, si richiama la consapevolezza della propria identità e delle proprie radici come base essenziale per il confronto; d'altra parte si sottolinea, di questa identità, la struttura composita, il carattere dinamico e l'articolazione secondo livelli diversi di appartenenza: locale, regionale, nazionale, europeo, mondiale.

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L'età secolare
Charles Taylor - Feltrinelli, 2009
Recensione di Giandiego Càrastro

Se Maritain ci indica che "L'amore non va alle essenze, né alle qualità, né alle idee: va alle persone", continuiamo la riflessione pubblicando questa recensione di Giandiego Càrastro già Segretario Nazionale MSAC tuttora impegnato in ARGOMENTI2000 associazione di amicizia politica.
L'agape a cui fa riferimento tiene conto dell'età secolare ma lo riconduce all'autentico incontro tra persone. Nella sua tesi di laurea afferma: "Se la comunità religiosa si lascia irretire dal processo di escarnazione, compromette la novità assoluta che la caratterizza: essere una rete fondata sull'agape, sul verbo greco splangnizesthai, che colloca ogni domanda etica universale al livello delle viscere, dell'incontro personale tra persone, tra chi ha un bisogno e chi sente interiormente il richiamo di agape ad attivarsi per sostenere il prossimo".

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