sabato 30 luglio 2011

Giorgio Ambrosoli: in difesa dello Stato e al servizio del paese

di Giuseppe Amari
Fondazione Di Vittorio

Intervento al convegno: "Legal Ethics: l’etica delle professioni legali, l’esempio di Giorgio Ambrosoli. – Roma Tre, Facoltà di Giurisprudenza - Roma, 11 maggio 2011".
Ricordiamo l'importante studio di Giuseppe Amari, "In difesa dello Stato, al servizio del Paese", Ediesse, Roma 2010.


Parlare di Giorgio Ambrosoli, significa parlare di una delle figure più nobili e limpide del Novecento, non solo italiano, per l’alto contributo intellettuale e morale dato in vicende di dimensione internazionale.
Nato a Milano, il 17 ottobre del 1933, avvocato, esperto in liquidazioni bancarie, commissario liquidatore della Banca Privata Italiana, la banca di Sindona, fu assassinato, sempre a Milano, nella notte dell’11 luglio del 1979, ad appena 46 anni.
L’assassinio fu compiuto da un mafioso ingaggiato dal banchiere siciliano, partito da New York e quindi con la consapevolezza e l’assenso della mafia. L’omicida, reo confesso e condannato all’ergastolo, fu poi ucciso nel corso di un tentativo di evasione. Un morte classica per testimoni scomodi.
L’assassinio, fu preceduto da un crescendo di avvertimenti e minacce sempre più esplicite, nell’isolamento e nell’omertà diffusa. Ambrosoli non godeva di alcuna protezione, gliela forniva il maresciallo, collaboratore e amico, Silvio Novembre, sul piano volontario. E, quando fu ucciso, Novembre non era a Milano.
Giorgio Ambrosoli, indagò sulle attività del banchiere siciliano, comprovandone le malefatte finanziare e gli intrecci con la mafia siciliana e americana, la finanza vaticana, la massoneria, servizi segreti e quelli perversi con la politica. Tra l’ostilità, l’incomprensione e l’indifferenza generale del mondo politico e delle istituzioni, sino al massimo livello. Salvo pochissime eccezioni alcune delle quali saranno ricordate più avanti.
Soprattutto respinse, con estrema fermezza, insieme alla Banca d’Italia, inconsistenti progetti di salvataggio di Sindona e dei suoi sodali a spese della collettività. Nonostante le fortissime pressioni di “mezza Italia”, come denunciò l’allora ministro del Tesoro, Ugo La Malfa; comprese quelle del Presidente del Consiglio Giulio Andreotti e del Banco di Roma inquinato, come si seppe dopo, dalla Loggia P2.
Questo rifiuto di un salvataggio a danno della collettività, indagando a fondo nel labirinto sindoniano per recuperare all’attivo della liquidazione risorse altrimenti sommerse e nel rifiutare indebiti inserimenti nel passivo per crediti di cui non si aveva titolo come quelli avanzati dall’Istituto per le Opere della Religione (IOR), la banca vaticana, rappresenta il grande merito professionale di Giorgio Ambrosoli, ed anche la sua condanna. Ma dimostrò che si può fare, nonostante tutto. Per questo abbiamo tutti un grande debito nei suoi confronti, e chiunque voglia seguire la sua professione ha un altissimo esempio a cui ispirarsi.
Al suo funerale, partecipò solo un esponente delle istituzioni, l’allora Governatore della Banca d’Italia, Paolo Baffi, anche lui soggetto all’attacco dei medesimi ambienti che avevano isolato e poi eliminato Ambrosoli. Ma non la sua lezione che anzi cresce nel tempo.
La Sua vicenda, si intreccia con quella umana e professionale di altre eccezionali figure che hanno operato in difesa dello Stato e al servizio del Paese. Mi riferisco al suo più stretto collaboratore il maresciallo Silvio Novembre, a Paolo Baffi e al responsabile della Vigilanza Mario Sarcinelli con i quali la Banca d’Italia raggiunse, occorre dirlo, un vertice di autorevolezza e indipendenza rimasto un “unicum” nella storia della Banca d’Italia. E poi a Tina Anselmi, l’intrepida Presidentessa della Commissione parlamentare sulla Loggia P2 di Licio Gelli.

mercoledì 27 luglio 2011

Matematica d’oggi e la lingua italiana

di Prof. Mehdi Shkreli
Docente universitario della matematica

La velocità con cui si sviluppa la matematica è molto più grande dello sviluppo della lingua.
In tutti i campi della scienza e della tecnica entrano ogni giorno concetti della matematica che spesso, anche per mancanza dei termini adatti, si esprimono con altre parole o espressioni. Con il linguaggio della matematica parlano ormai uomini e specialisti in diversi settori della vita. Per cui oggi, comunicare nel modo adeguato, parlare bene e con rigore logico la lingua significa anche conoscere bene i nuovi concetti fondamentali della matematica, le loro applicazioni e il loro ruolo nello sviluppo della lingua italiana.
Il problema della terminologia della matematica, specialmente per i nuovi concetti della matematica che stanno entrando nella scuola, è importante non solo per gli insegnanti della matematica stessa ma ancora di più per quelli della lingua italiana, e in generale per per chiunque parli italiano.
Tradizionalmente nella lingua italiana “l’opposto” e “il contrario” sono state due cose uguali.

lunedì 25 luglio 2011

Convegno "UNAVALMARECCHIA"

Sabato 30 luglio dalle ore 17:00 a San Leo si terrà la terza edizione della festa del Comitato "unavalmarecchia", per festeggiare il secondo anniversario dell'approvazione della legge che ha sancito il passaggio dell'Alta Valmarecchia in Emilia Romagna.

Il programma prevede diversi convegni che parlano dell’Unità d’Italia e della vallata, sulla legge n. 117 e sui progetti per lo sviluppo urbanistico e turistico del territorio. Si terminerà con la cena, il concerto della Banda dei Minatori di Perticara e i fuochi d’artificio.

Si terrà il Convegno: UNAVALMARECCHIA, a cui parteciperà Alfredo Monterumisi, esperto in turismo enogastronomico e collaboratore dell'Associazione Centro Studi Nuove Generazioni, con una relazione che tratterà di progetti sui quali stiamo collaborando per "Una Valmarecchia bella da visitare", il titolo della sua relazione è: "Idee e progetti per un turismo possibile".


Foto a testimonianza della partecipazione di Nuove Generazioni alla Festa per UNAVALMARECCHIA:

domenica 24 luglio 2011

Mariano Rumor, lo statista del dialogo

di Federico Vidic
Associazione Centro Studi Nuove Generazioni

Cinque volte presidente del Consiglio, otto volte ministro (Esteri, Interni, Agricoltura), costituente, deputato per sette legislature, senatore per tre, parlamentare europeo, segretario del più grande partito italiano per cinque anni. Basterebbero questi pochi dati perché un volenteroso studente di storia, che come me non abbia vissuto in prima persona la Prima Repubblica, si slanci e, in un empito di generosità, esclami: è Andreotti! Ma invece si tratta di Mariano Rumor, vicentino, scomparso giusto vent’anni fa. A dire il vero, più che ad Andreotti alcuni hanno paragonato Rumor ad Aldo Moro, altro infaticabile tessitore di mediazioni, “convergenze” e “solidarietà”. Rumor il “moderato”, Rumor il “felpato”, Rumor il “pio”: qual è la vera storia di questo figlio del Veneto “bianco”, divenuto ministro da “illustre sconosciuto” e scomparso nel 1990, alla vigilia di quel terremoto politico e giudiziario che avrebbe sepolto per sempre il mondo di cui resta, ancora oggi, uno degli interpreti più emblematici?

venerdì 22 luglio 2011

Generazioni insieme: suggerimenti per un inquadramento più generale

Uno dei grandi spiriti dell’umanità, il poeta italiano Ugo Foscolo, intendeva realizzare un’opera in tre cantiche sulla scorta dell’esempio dantesco, poi incompiuta, nella successione delle generazioni alla ricerca del vero, del giusto, del bello.
Scrive il poeta:
“La vita dell’uomo oscilla sempre tra il sentimento e il pensiero e ciaschedun uomo attrae sempre dagli altri, e diffonde sempre negli altri sentimenti e pensieri. Ma tutti ricevono e danno disugualmente così che l’uomo in cui le potenze della vita sono più forti e in maggior armonia, deve attrarre molto e rimandar molto. La somma de’ sentimenti e de’ pensieri, benché in minore porzione degl’individui, viene abbracciata e nella varietà e nella durata da tutto il genere umano. Questa universale e perpetua comunicazione del sentimento e del pensiero trovasi possibilmente nelle arti, nelle scienze e nelle lettere. E noi la cerchiamo insaziabilmente, perché, come si è detto, quanto più si sente, tanto più s’è coscienti dell’esistenza, e quanto più si pensa, cioè quanto più si ricordano, si distinguono e si paragonano le sensazioni, tanto più si crede di migliorarla. Or gli uomini meglio costituiti, ma che avevano più facoltà, e quindi più bisogno e piacere ne’ sentimenti del cuore, non si valsero della loro ragione che per perpetuare e abbellire, imitando, quell’armonia di suoni, di colori e di forme con cui l’immensa natura eccita nuovi, sublimi ed amabili sentimenti: quindi le belle arti. Gli altri che sortirono anch’essi certa perfezione, ma più negli organi del pensiero che del sentimento, poterono sperimentare, raccogliere ed esaminare più attentamente le proprie sensazioni, perché erano più scarse di numero, e minori di forza; considerarono con molte esperienze e con lunghe serie di fatti non tanto gli effetti, quanto le cause di tutte le cose; ridussero le idee del loro intelletto a calcoli certi, e la base del loro giudizio ad assiomi così incontrastabili, che non hanno bisogno né capacità d’essere dimostrati: quindi le scienze. Finalmente quelli che avevano pari la forza del ragionare a quella del sentire, studiarono passionatamente a ricevere e a dare ugualmente quanti più sentimenti e ragioni potevano, e distinsero senza astrazioni; bensì cercando tutte le vie perché l’universalità degli uomini, che è più atta a sentire che a ragionare, avesse più numero di sensazioni: quindi le lettere. – Le arti dunque dilettano; le scienze convincono; le lettere persuadono” .

Il grande economista ed intellettuale J. M. Keynes scrisse:
“Sono sicuro che il potere degli interessi costituiti è assai esagerato in confronto con la progressiva estensione delle idee. Non però immediatamente; giacché nel campo della filosofia economica e politica non vi sono molti sui quali le nuove teorie fanno presa prima che abbiamo venticinque o trent’anni di età, cosicché le idee che i funzionari di stato e uomini politici e persino gli agitatori sociali applicano agli avvenimenti correnti non è probabile che siano le più recenti. Ma presto o tardi sono le idee, non gli interessi costituiti, che sono pericolose sia in bene che in male”. E il tempo individuato da Keynes è giusto quello di una generazione.

Karl Popper, concludendo la sua autobiografia scientifica “Unended Quest”, affermava:
“Come accade con i nostri figli, così anche con le nostre teorie, e in ultima analisi con ogni opera che produciamo: i nostri prodotti diventano in ampia misura indipendenti dai loro artefici. Dai nostri figli, o dalle nostre teorie, possiamo guadagnare di più, quanto a conoscenza, di quanto ne abbiamo mai dato loro. […] Se è esatta la mia congettura che noi cresciamo e diventiamo noi stessi solo nell’interazione con i nostri prodotti intellettuali, allora il fatto che tutti possiamo portare a questo mondo il nostro contributo, anche se piccolo, può essere di conforto a chiunque; e specialmente a chi sente di aver trovato nella lotta con le idee una felicità maggiore di quanto avesse mai potuto meritare”...


Trasmissione genetica
Trasmissione culturale
Tradizione, innovazione e creatività
Prolegomeni per un’analisi intergenerazionale

Due poesie a sostegno:

Si sollevano gli anni alle mie spalle
a sciami. Non fu vano, è questa l'opera
che si compie ciascuno e tutti insieme
i vivi i morti, penetrare il mondo
opaco lungo vie chiare e cunicoli
fitti d'incontri effimeri e di perdite
o d'amore in amore o in uno solo
di padre in figlio fino a che sia limpido.
( Mario Luzi )

I tuoi figli non sono tuoi
Sono figli dell’impulso della vita a rinnovarsi
Vengono attraverso te, ma non da te
E anche se sono con te, a te non appartengono
Puoi dar loro il tuo amore, ma non i tuoi pensieri
Perché hanno propri pensieri
Puoi dare albergo ai loro corpi, agli spiriti no
Perché i loro spiriti abitano nella casa di domani che tu non puoi visitare,
nemmeno nei sogni tuoi
Puoi tentare di essere come loro, ma non tentare di farli uguali a te
Perché la vita non torna indietro né si attarda allo ieri.
( Kahil Gibran )


Su questo tema vedi anche, sul nostro sito, gli articoli:
"Generazioninsieme" 
e
"Un patto di solidarietà intergenerazionale".

giovedì 21 luglio 2011

L’enciclica sociale di Papa Benedetto
un cambio di passo spirituale per un nuovo inizio

di Luciano Nicastro - Filosofo e sociologo
Professore di Filosofia della Religione - Facoltà Teologica di Sicilia a Palermo

Introduzione a "I diritti sociali dei migranti nella Caritas in Veritate"

“Siamo…
al principio di un’alba”
Edgar Morin

Secondo il sociologo francese Edgar Morin è tempo di reinventare tutto, partendo proprio dall’amore. E la crisi è l’occasione perfetta per ricominciare…
«Oggi bisogna sostituire l’egemonia della quantità con quella della qualità e mettere al centro beni immateriali come l’amore e la felicità».

Pur non sottovalutando la complessità e la difficoltà della gestione del fenomeno migratorio globale, la lettura e la diagnosi della Caritas in veritate è lucida, realistica, ma anche utopica e propositiva in vista di quella seconda fase della Populorum Progressio, profetizzata da papa Paolo VI, secondo il quale «lo sviluppo è il nome nuovo della Pace».

sabato 16 luglio 2011

Per un sindacato che promuove cittadinanza attiva

di Floriano Roncarati
Collaboratore a diverse testate giornalistiche, è componente dell’Ufficio Stampa della FID; conduce dagli Studi dell’emittente “Ciao Radio” di Bologna la trasmissione sportiva “Fari puntati su…” e cura una rubrica di motorismo, è membro dell’”Osservatorio regionale sull’associazionismo di promozione sociale” della Regione Emilia – Romagna ed è componente della “Lega Pensionati Cisl San Vitale – Bologna”

L'Istat continua a sfornare statistiche sul tasso di disoccupazione che non rassicurano: nello scorso dicembre è rimasto invariato rispetto a novembre attestandosi al 8,6%, ma la disoccupazione giovanile è giunta al 29% stabilendo il nuovo primato dal 2004.
Un altro studio diffuso il 2 febbraio 2011 dall’Istituto di Statistica approfondisce “Il reddito disponibile delle famiglie nelle regioni italiane” prendendo come periodo di riferimento gli Anni 2006-2009. Nel periodo esaminato il reddito disponibile delle famiglie del nostro paese si è concentrato, in media, per circa il 53% nelle regioni del Nord, per il 26% circa nel Mezzogiorno e per il restante 21% nel Centro.
Abbiamo miscelato diversi dati e diverse statistiche, per cercare di avere un quadro dei fenomeni sociali in atto che debbono essere alla base di un’azione sindacale consapevole e “sul pezzo”.
Troppo spesso l’associazionismo ed il sindacato sono diventati organismi “consolatori”, che servono a “consolare” più che promuovere la “cittadinanza attiva”. Non è un ruolo da disdegnare, ma non è l’obiettivo centrale di una organizzazione che rappresenta i lavoratori. L'espressione “cittadinanza attiva” si compone non solo di diritti e doveri, ma anche di poteri e responsabilità che nascono dalla partecipazione consapevole di una persona e di un gruppo come il sindacato alla vita politica e sociale della sua comunità. Troppo spesso però si confonde il “ruolo del Patronato” con quello dell’azione sindacale; “fare sindacato” non è “fare patronato”.


giovedì 14 luglio 2011

Le città del vino in Vaticano

di Alfredo Monterumisi
Esperto in turismo enogastronomico

Domenica 19 giugno il Papa ha fatto visita alla Repubblica di San Marino e poi è andato a Pennabilli nella cittadina del Montefeltro. È stato un evento eccezionale che potrebbe far cambiare la mentalità e guardare con più interesse all’entroterra. Mercoledì 25 maggio invece, una rappresentanza di Sindaci Amministratori delle Città del Vino Italiane ha incontrato il Santo Padre in Vaticano per consegnargli una bottiglia magnum de “Il Taglio per l’Unità”, un vino appositamente realizzato per celebrare il 150° anniversario dell’Unità d’Italia. Anche questo è stato un importante evento straordinario e un segnale positivo. Essere Città del Vino vuol dire far parte di una grande rete che unisce molte diversità, territori differenti e lontani fra loro, accomunati da un unico forte sentimento di appartenenza e di voglia di valorizzare e migliorare il proprio territorio. Simbolicamente lo si può fare anche consegnando al Papa una bottiglia commemorativa, nella quale è racchiuso il senso stesso che ogni Città del Vino coltiva. San Marino e Rimini, assieme ad altre cinque località della provincia, sono riconosciute Città del Vino, anche se sono in pochi a saperlo; Verucchio poi ha ricevuto di recente un altro importante riconoscimento col vino di “Casa Zanni” il quale ha ottenuto una medaglia d’oro e una d’argento dal giudizio espresso dagli esperti che analizzano il vino nel Concorso Enologico Internazionale “Selezione del Sindaco” giunto alla X edizione, un concorso in cui l’azienda produttrice partecipa assieme al Comune “Città del Vino”.

L’Associazione Nazionale è una istituzione riconosciuta dallo Stato, nel 2001 ha pubblicato il primo manuale operativo sulle Strade del Vino curato dal sottoscritto, uno strumento didattico ritenuto utile per superare il vecchio metodo di interpretare il turismo e un nuovo esempio di promozione turistica a livello distrettuale per oltrepassare i confini amministrativi e le vecchie mentalità che non portano da nessuna parte. Il manuale è nato dall’esperienza riminese e non toscana o piemontese zone più conosciute in questo settore. Tale studio mi portò a ricoprire il ruolo di direttore delle Città del Vino dell’Emilia Romagna. Ultimamente sono avvenuti altri fatti che ci dovrebbero fare riflettere. Nell’ultimo esame di maturità il titolo più gettonato della prova di italiano è stato il tema sul cibo, ciò sta a dimostrare il grande interesse che nutrono i giovani per l’alimentazione. Il format che preferiscono è lo “snapper” (snac+cena), amano frequentare i luoghi ad hoc e di tendenza come i “wine bar” dove consumano merende golose fatte di piccoli taglieri di prodotti tipici, oppure assaggiare quelli del territorio, o i “finger food” accompagnati da calici di vino locale di qualità. Poi c’è chi organizza viaggi vacanza per fare “food shopping” per andare direttamente “alla fonte” della filiera per acquistare e assaggiare i prodotti tipici in azienda, recarsi nelle botteghe artigiane che operano in ambienti particolarmente suggestivi (vedi “E Mazèl” a Verucchio), visitare cantine consortili accoglienti, spacci cooperativi o nei sempre più numerosi “food store” come doveva essere la “Domus di Bacco” al Museo della Città di Rimini, un luogo che serviva per invogliare i turisti a visitare il territorio dell’entroterra. Tra le varie occasioni di turismo enogastronomico esistono anche le “sagre esperenziali” dove vengono presentati i nuovi vini come durante “Passaggi di Vino” o le produzioni di nicchia come avviene in occasione della manifestazione “Festa del Pane, dell’Olio e del Vino” organizzata dal gruppo dei giovani di “Nuove Generazioni”.

Tutto ciò sopra descritto emerge leggendo anche il IX Rapporto Osservatorio Enoturismo presentato di recente a Roma dal Censis Servizi. Il Presidente del Censis De Rita, componente del Comitato Scientifico del Piano Strategico del Comune di Rimini, in una recente intervista a fatto notare che in pochi anni il vino da elemento di vita quotidiana, al quale si dava un valore di semplice alimento è cambiato, inoltre ha aggiunto: “Si cercava dai contadini quello più buono e poi si provava il piacere di imbottigliarlo a casa, stando attenti al far della luna. Una ritualità quasi del tutto scomparsa. Adesso dalla ricerca del vino del contadino si è passati alla ricerca del brand, del marchio, dell’etichetta “giusta”. Un’etichetta che dia sicurezza e così abbiamo imparato di nuovo ad andare a cercare il vino direttamente dal produttore”. La cultura politeista che si avverte leggendo il “IX Rapporto” viene confermata da De Rita.
Il vino affascina per la sua diversità e per la moltiplicazione dell’offerta, rappresenta un grande valore per i territori, stimola la curiosità, il voler conoscere, sapere, scoprire e visitare, tutti elementi che coinvolgono i “Turisti Amanti della Conoscenza”, cioè il 50% del turismo internazionale. Inoltre in questi giorni il professor Attilio Gardini, direttore del Master Universitario sul Turismo dell’Università di Bologna, dove ricoprivo il ruolo di titolare del Modulo in Turismo Enogastronomico, ha pubblicato su questo quotidiano un’analisi su coloro che frequentano per la vacanza Rimini. Col suo intervento cercava di spiegare che gli eventi non pagano più come in passato, perché sono già stati sfruttati abbondantemente nel dopo mucillagini. Ha fatto notare che esistono segmenti di mercato turistico che a Rimini vengono trascurati, mentre invece potrebbero fare aumentare il fatturato, produrre un minore carico antropico e sviluppare un maggiore indotto nel territorio (shopping, visite all’entroterra, enogastronomia, musei, spettacoli, ecc.). Queste valutazioni analitiche rispecchiano la nostra realtà, però hanno scatenato una reazioni denigratoria da parte della classe politica che dimostra arretratezza. Negli ultimi dieci anni il turismo è stato governato da incapaci, basta osservare quello che sta avvenendo nei lidi veneziani dove le presenze aumentano ogni anno. Pur di non ammettere di avere sbagliato strategia ci stanno trascinando sempre più in basso. “Speriamo che ce la caviamo”.


L'articolo è stato pubblicato dal quotidiano "La Voce di Rimini" del 11 Luglio 2011


giovedì 7 luglio 2011

Ricordi e riflessioni su Costituzione e dintorni

di Luciano Corradini
professore emerito di pedagogia generale nell’Università di Roma Tre


Evento finale I Care 31.05.2011
Vi mando il testo rivisto di una relazione-testimonianza sulla Costituzione, tenuta a Reggio Emilia, in università, dopo che gli studenti, per iniziativa di Granello di Senapa, hanno presentato i loro progetti di cittadinanza attiva.

Sono stupito e ammirato perché da due ore e un quarto voi state seduti, senza intervallo: avete ascoltato tutti gli interventi dei vostri compagni e avete guardato i racconti per immagini che sono comparsi sullo schermo.
Nelle esperienze e nella documentazione che ci è stata proposta io trovo qualcosa di bello e di grande, che forse a voi sfugge, ma che non sfugge a un ragazzo della mia età.

Indice
- Il lungo viaggio dai sogni alla contestazione allo Statuto delle studentesse e degli studenti
- La caccia al tesoro per definire la Costituzione e l’impegno di non sprecare questo tesoro
- L’articolo 2: il più gettonato dai progetti degli studenti reggiani
- I significati dei “doveri inderogabili di solidarietà politica economica e sociale”
- I doveri della Repubblica verso i cittadini…e dei cittadini verso la Repubblica: l’architettura dell’art. 3
- Repressione e prevenzione del crimine. Sogno e metodo per mettersi sulla lunghezza d’onda dei “ragazzi degli anni ‘40”
- Ultimo Amarcord, per elogiare la pazienza

Da genitore di un bimbetto di 4 anni, sono stato presidente del Comitato scuola-città della scuola materna Diana, che si trova qui in Via Allegri di fronte all’Università. Anche allora si coltivava un sogno che sembrava irrealizzabile: quello di costruire, al posto della Caserma, che sorgeva proprio qui dove siamo ora, qualcosa che fosse coerente con la vita educativa e sociale, piuttosto che con i carri armati. “Perché non occupiamo lo spazio della caserma con iniziative più civili?” Anche in questo caso, il realismo ci imponeva di stare con i piedi per terra. Ma perché impedirci di sognare, di pensare, di immaginare una realtà diversa? Questo cambiamento è avvenuto: e non è caduto dal cielo, perché qualcuno ha pensato a riorganizzare gli spazi della città e a mettere al posto di una caserma una facoltà universitaria di scienze della formazione. Provare per credere. Ma bisogna aver pazienza e non pretendere che le palme crescano con la velocità dell’insalata.






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Intervento di Granello di Senapa
di Chiara Burani
Tutor Progetto I Care - Granello di Senapa

Siamo molto riconoscenti al prof. Luciano Corradini per avere accettato il nostro invito e aver parlato ad alcuni dei giovani studenti di Reggio. Il suo interesse poi ha dato molta risonanza a questo progetto I Care.
Tutto il materiale riguardo al progetto, agli elaborati delle singole classi e all’evento finale con foto sono sul sito www.cittadellacostituzione.it. Vi si trova anche la descrizione del Granello di Senapa. Inoltre si può consultare il nostro sito.
Noi intendiamo riproporre il progetto I Care anche l’anno scolastico prossimo. La valutazione da parte dei docenti è stata positiva. Hanno lavorato tutti tanto con impegno e passione, a fianco dei ragazzi, motivandoli, sostenendoli e lasciando che fossero i protagonisti. Una vera sfida per noi, questa, più del risultato in sé, per altro molto valido.
Da dieci anni lavoriamo in questo modo nelle scuole, ma negli ultimi tre anni abbiamo puntato molto sulla formazione docenti, proponendo loro di vivere la scuola in modo diverso, trovando per altro molta disponibilità e desiderio di cambiamento, dentro a una riforma molto stretta.
Questo progetto, in particolare, ha voluto proporre a ragazzi e prof. un modo nuovo di lavorare insieme, tra chi “deve imparare” e “chi deve insegnare”, alternando in molti casi i ruoli. Un modo di essere a scuola basato sulla collaborazione, sul dialogo, sul confronto, sull’ascolto, sull’accoglienza, per conoscere la Costituzione, per conoscere gli italiani che siamo e possiamo essere.
Buon Lavoro e buona estate!

Un patto di solidarietà intergenerazionale

IL MANIFESTO DI

1. Il rapporto tra le generazioni è la principale forma tramite cui le società si rinnovano, ed è anche il legame sociale basilare che, a partire dalla nascita biologica, dà occasione all’adulto di esercitare la propria potenzialità generativa e creatrice, ma anche, al contrario, ne mette in luce la potenzialità de-generativa e (auto)distruttrice. Insieme con la circolazione delle idee e delle persone – che sta gradualmente costruendo un’inedita società civile globalizzata –, l’arrivo nel forum sociale delle giovani generazioni è infatti il principale processo tramite cui gli orizzonti culturali di senso delle società si rinnovano. Così, il cambiamento generazionale è al tempo stesso il motore del cambiamento storico e lo strumento più adatto per fronteggiarlo.

2. Generazioninsieme intende istruire un’opera di sensibilizzazione, di approfondimenti e di proposte, su questo aspetto cruciale dell’innovazione sociale. Si tratta di un’opera da svolgere a tutti i livelli, cercando le più ampie convergenze: partiti politici, sindacati, associazioni culturali, fondazioni di studio, associazioni di volontariato e quanti altri possano essere interessati in Italia e all’estero sulle tematiche sopra richiamate. Aderisce alla proclamazione dell’anno 2012 come l’anno della solidarietà intergenerazionale promossa dal Parlamento europeo e condivide la relazione allo stesso Parlamento sulla “sfida demografica e la solidarietà tra le generazioni”, dove si afferma che “una società degna dell’uomo debba fondarsi sul principio della giustizia generazionale” e che “l’economia e la società hanno bisogno, per raggiungere i loro obiettivi, dell’esperienza, dell’impegno e del patrimonio di idee di tutte le generazioni”...

7. Di fronte a questa situazione complessa è necessario un approccio che non insegua il contingente ma che ricerchi risposte di lungo periodo, e per almeno tre generazioni: i padri, i figli e i nonni. La via delle riforme necessarie all’Italia richiede la continua ricerca della coesione sociale, e quindi sempre la considerazione dell’ equilibrio e della solidarietà tra generazioni, con riferimento pure alla popolazione immigrata.

8. Per dare seguito a tale approccio occorre ripensare anche le categorie di “giovane”, di “adulto” e di “anziano”, specialmente nella società italiana. Nel ridefinire il significato della parola “giovane” diventa fondamentale la rielaborazione dei bisogni e delle “capacità” ascrivibili a tale definizione: autonomia, autorealizzazione, progettualità, speranza nella società e introduzione di una novità nel “senso” della storia di cui si fa parte. Allo stesso modo, occorre riconoscere la categoria di “adulto” al plurale per le esperienze personali che vive quotidianamente in una continua e fisiologica situazione di differenziazione culturale e di ruoli assunti sempre più conflittuali. La generatività sociale necessita della loro attiva assunzione di responsabilità, in particolare nelle transizioni vissute, per trasmettere una leale e proficua collaborazione fra le generazioni di uomini e donne nei diversi ambiti e ambienti di vita. Occorre ridefinire la categoria di “anziano”. Proprio la maggiore longevità deve consentire una ridefinizione dinamica della cosiddetta “soglia di anzianità” considerando gli anni di residua aspettativa di vita. Assistenza per i bisognosi e i non autosufficienti, ma anche politiche di “invecchiamento attivo”. Valorizzazione dei saperi e delle esperienze di una vita, anche come migliore condizione per quello “scambio” tra generazioni affinché il futuro non sia una mera riproduzione del passato, ma l’apertura al nuovo e ai maggiori gradi di libertà e avanzamento civile.

9. Per questo, occorre rovesciare la deriva di una società fondata sulla riduzione dei diritti e degli spazi pubblici a fronte di un’aspra competizione globale, che si muove nell’attuale grave indebolimento della politica nazionale ed internazionale. Il governo, qualsiasi governo, invece, dovrebbe mettere in campo le politiche economiche necessarie allo sviluppo civile. Scegliere lo sviluppo civile, significa cercare la crescita imprimendo equità al sistema-Paese, cominciando dal fisco, dal welfare e dall’istruzione. Il governo non può e non deve esimersi dal governare il mercato, che rappresenta un’istituzione della società civile che va regolamentata come altre importanti istituzioni nell’interesse generale. Le politiche economiche, fiscali e industriali orientate all’equità e agli investimenti reali – che partano dal lato dell’offerta quanto dal lato della domanda – sono indispensabili per far crescere le imprese e creare buona e sicura occupazione, quindi l’economia e la società...

14. Concretamente, l’Associazione si impegna a:
- assumere un programma di “osservazione”, di studio, di approfondimento multidisciplinare sui rapporti intergenerazionali;
- effettuare un’accurata ricerca delle iniziative assunte in merito da altri Paesi e delle soluzioni concretamente adottate al fine di permettere uno scambio costante di esperienze;
- elaborare reports periodici, ai quali dovrebbe essere data ampia diffusione, sia tramite canali tradizionali (convegni, pubblicazioni, articoli), sia tramite nuovi canali (informatici) di informazione e comunicazione;
- individuare metodi, assetti organizzativi, attività produttive per la valorizzazione delle esperienze, anche nel rinnovamento delle classi dirigenti;- prevedere forme di solidarietà tra generazioni, seguendo nuovi e più giusti criteri di merito;
- studiare e valorizzare le “buone pratiche” già esistenti o che potrebbero essere attuate per la sostenibilità del sistema-Italia dal punto di vista economico, sociale e dunque intergenerazionale.

sabato 2 luglio 2011

Economia - principi e pratiche

di Marco Savioli
Facoltà di Economia, Università di Bologna - sede di Rimini
collaboratore Associazione Centro Studi Nuove Generazione

In un periodo in cui ci viene ripetuta una serie di ricette economiche per uscire dalla crisi, ma che raramente hanno l'effetto desiderato, è sempre più importante possedere una vera alfabetizzazione economica per comprendere quello che ci succede attorno.
Cos'è l'economia? Quali sono gli ambiti dove ci si può aspettare un aiuto anche pratico da una scienza ancora giovane (in rapporto ad altri ambiti del sapere come geometria, matematica, letteratura) e quali sono invece i limiti che un economista (o semplicemente il pensiero economico) non deve varcare senza rischiare il ridicolo delle sue posizioni?
In queste 5 piccole lezioni cerchiamo di toccare e sviluppare una corretta prospettiva sui tanti svariati temi di cui si è occupata l'economia.