Don Giovanni Minzoni
Il 23 agosto 1923 la violenza fascista colpiva a morte don Giovanni Minzoni, prete della Chiesa di Ravenna, medaglia d'argento al valore militare, Parroco di Argenta (Ferrara).
Le ACLI dell'Emilia-Romagna ne fanno memoria e ricordano come don Minzoni, in un contesto politico e sociale di estrema difficoltà affrontò con coerenza le sfide del suo tempo.
La testimonianza di don Giovanni Minzoni resta quanto mai attuale per i laici cattolici impegnati nell'azione sociale e politica e che hanno il dovere di operare per il bene comune sui valori morali indicati nella testimonianza di don Giovanni Minzoni.
Giovanni Paolo II, pregando ad Argenta sulla sua tomba, lo indicò come modello ai sacerdoti ed ai laici, ne santificò la memoria, sottolineò come Egli attinse, nella sua vita, alle radici della libertà, cioè a quella dignità umana restituita ed elevata dalla redenzione di Cristo e quindi potè scrivere con sicurezza: "La religione non ammette servilismo, ma il martirio".
Davanti alle grandi sfide del nostro tempo ripensiamo a don Giovanni Minzoni, alla sua vita, alla sua morte, alla sua testimonianza, che fu momento condiviso tra credenti e coloro che pur privi della fede, ne hanno riconosciuto i grandi valori.
Walter Raspa
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Benigno Zaccagnini
La storia delle ACLI di Ravenna è stata una storia estremamente ricca e originale rispetto a quella di molte altre provincie. Fin dalla sua origine l’Associazione è stata radicata nella vita diocesana, collegata ai movimenti cattolici ed ha precorso stagioni, che di lì ad alcuni anni sarebbero venute. Questo è avvenuto per l'azione dei laici che l'hanno costituita e dei Vescovi che hanno saputo in diocesi di Ravenna costruire solidi rapporti umani e validi orientamenti pastorali.
Questa originalità l'ha portata a vivere con serenità i momenti di passaggio del Concilio e del post Concilio, ricchi di speranze e di preoccupazioni, nonché le vicende interne al movimento, quando una parte della sua dirigenza – incapace di leggere i fenomeni sociali ed i segni dei tempi – cercava nella cultura di ispirazione marxista un metodo per garantire una nuova proposta civile al mondo operaio. La diversità ravennate va a merito dei vari Presidenti delle ACLI che si sono succeduti dal 1946 ad oggi, ma anche e soprattutto al ruolo svolto a Ravenna da Benigno Zaccagnini con la FUCI e l'Azione cattolica, nonché all'azione degli Arcivescovi che si sono succeduti e soprattutto di Mons. Salvatore Baldassarri, che guidò la diocesi di Ravenna quando il movimento sembrò spostarsi dall'impegno sociale a quello prevalentemente politico.
All'inizio del 1945 Achille Grandi si rivolse, tramite Edmondo Castellucci, a Benigno per dare avvio alla costituzione delle ACLI e del Patronato ravennate e dopo pochi mesi il primo Presidente delle ACLI di Ravenna, il dr. Giusto Carbognin, gli consegnò la tessera del 1945. Benigno aveva condiviso la proposta di Grandi di creare un movimento, che nasceva dentro il mondo cattolico, ma non era l'Azione Cattolica e quindi dipendente dalla Gerarchia, un movimento sociale, caratterizzato da un'ampia autonomia e democraticità interna, luogo di formazione per chi era impegnato sul difficile fronte dell'unità sindacale. Questi furono gli elementi fondativi, anche se poi la storia andò diversamente.
Pur in questa storia complicata, perché difficili erano i tempi, Benigno rimase amico fedele del movimento, vicino ai vari Presidenti provinciali e partecipe ai Congressi e a diversi incontri. l'ultima tessera, quella del 1989, gli fu consegnata da Giovanni Bianchi, il Presidente nazionale di quegli anni, dopo un incontro presso le ACLI di Ravenna, durante il quale Zaccagnini intervenne per sottolineare ancora una volta la necessità di un impegno degli aclisti per la "città dell'Uomo". Questo suo intervento rimane per noi un punto di riferimento ancora oggi.
Walter Raspa
Benigno Zaccagnini (Faenza, 17 aprile 1912 – Ravenna, 5 novembre 1989) è stato un medico e politico italiano.
Nel 1937 si laureò in pediatria e fino all'8 settembre 1943 esercitò la professione medica.
Attratto dalla politica, fu tra i fondatori della Democrazia Cristiana e prese parte alla Resistenza partigiana tra le file dei "bianchi".
Membro del Comitato di Liberazione Nazionale, fu tra i più attivi combattenti antifascisti della sua provincia, in questo frangente strinse amicizia con Arrigo Boldrini e, nonostante la loro diversità ideologica (Boldrini era del Partito Comunista Italiano), collaborarono senza screzi alla liberazione della Romagna.
Eletto all'Assemblea Costituente nel 1946 ed alla Camera dei Deputati nel 1948, si schierò a favore della formula politica del centrosinistra aderendo alla corrente di Aldo Moro, rappresentante della "sinistra" democristiana. Fu quindi ministro del Lavoro (1959-1960) e dei Lavori Pubblici (1960-1962). Convinto sostenitore del centrosinistra, come Aldo Moro, fu presidente della DC dal 1969 al 1975, divenendone in seguito segretario (1975-1980).
PRESIDENZA REGIONALE ACLI EMILIA ROMAGNA
COMUNICATO: RICORDIAMO BENIGNO ZACCAGNINI
Bologna, 12 ottobre 2010 – Lunedì 8 novembre alle ore 17.30 a Ravenna presso la “Sala Corelli” del Teatro Dante Alighieri gli amici ricorderanno Benigno Zaccagnini.
All’iniziativa parteciperanno:
S.E. Card. Achille SILVESTRINI
S.E. Mons. Giuseppe VERUCCHI (Vescovo di Ravenna-Cervia)
Prof. Romano PRODI
Dott. Fabrizio MATTEUCCI (Sindaco di Ravenna)
Coordinerà i lavori: Sen. Domenico ROSATI (già Presidente Nazionale ACLI)
Il convegno di studi, promosso da ACLI, Centro Studi Donati, Coltivatori Diretti, CISL e Unione delle Cooperative e patrocinato dal Comune di Ravenna, giunge a conclusione delle manifestazioni che si sono svolte a Parma, Roma, Bologna, Cesena e Ravenna per ricordare Zaccagnini nel 20° della scomparsa.
Nell’occasione sarà presentata la pubblicazione “Zaccagnini nel futuro della politica”.
Ufficio Stampa ACLI Emilia Romagna
La Presidenza Regionale Acli Emilia Romagna nel 22 anniversario della scomparsa di Benigno Zaccagnini, Venerdi 4 Novembre, vuole ricordare la figura di Benigno Zaccagnini, un aclista, uomo tra uomini, un amico tra amici, un politico tra politici, un sofferente tra sofferenti e sofferente per amore del paese, del partito e per amore della Chiesa.
Nelle Acli ci incitava quotidianamente nell'impegno sociale e nella formazione cristiana, ci insegnò con l'esempio la via dura del servizio.
Zac voleva bene ai lavoratori, all'onestà degli umili, la sua instancabile battaglia Democratica per la Pace, la Giustizia, la Libertà e la Moralità, sono un esempio per noi e per le nuove generazioni.
"Uomo di speranza al servizio del paese"
Ci accompagneranno nella riflessione sull'attualità del suo "messaggio":
- Alessandro Albertazzi dell'Universita degli studi di Bologna,
- l'On Giovanni Bianchi ex Presidente Nazionale Acli,
seguiranno testimonianze dei partecipanti.
Acli Emilia Romagna
il Presidente Walter Raspa
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