Note al libro "Tracce di un sindacato nuovo"
curato da Oreste Delucca, Carlo Pantaleo, Gino Taraborelli
curato da Oreste Delucca, Carlo Pantaleo, Gino Taraborelli
Dobbiamo riconoscere una storia dentro la storia di una comunità e che le permette di esser tale. Questo libro unisce vicende locali alla luce di quelle italiane e internazionali. Esso è uno strumento di formazione perché chi rappresenta i lavoratori traccia una storia fatta di uomini e donne, diventata piano piano un’intelligenza collettiva per un'azione comune.
La storia permette di conoscerne l'origine, ripensarla e rilanciarla per futuro, superando le contingenze che possono anche aver diviso ma non rinunciando al “marciare” uniti verso il comune compito per il bene comune. Infatti dopo alcuni anni di sindacato unico, voluto dai partiti che nel primo dopoguerra governavano unitariamente il paese, la frattura creatasi nel 1948 e l’acuirsi delle tensioni fra le componenti cattolica, comunista e socialista, avevano portato a una crisi dei rapporti sindacali e al formarsi delle tre Confederazioni tuttora presenti. Nella storia vi sono stati alti e bassi, ma dobbiamo ricordare che nel 1955 il segretario generale della CGIL Giuseppe Di Vittorio apriva una importante prospettiva in preparazione del 4° Congresso della sua Confederazione: “Il compito fondamentale che incombe ad ogni sindacato è quello di ottenere i più alti salari possibili in ogni azienda e in ogni settore tenendo conto che esistono limiti differenti da azienda a azienda dello stesso settore… I lavoratori sono gente pratica e di buon senso. Essi non si mettono facilmente a inseguire chimere; essi si battono soltanto per rivendicazioni che corrispondono ai loro bisogni più sentiti e nella misura che questi siano realizzabili. Un sindacato che non tenga conto di questi limiti e che voglia rincarare la dose, si pone fuori dalla realtà, degenera nella demagogia e va a battere la testa contro il muro”.
Giulio Pastore, a sua volta, segretario generale della CISL, all’Assemblea Nazionale Organizzativa tenutasi a Rimini il 14-16 ottobre 1950 affermava: “Ecco il primo grande errore, sempre possibile a commettersi, soprattutto se perdendo il senso della responsabilità, ci facciamo trascinare sul terreno delle facili richieste. Partir male, amici, è quanto dire creare le premesse per il fallimento… ed allora ecco la necessità di preoccuparsi perché le nostre siano partenze indovinate, e nella impostazione delle vertenze locali e in quella dei grossi problemi su scala nazionale… Prima che la dialettica vale il senso di responsabilità e la capacità di tener conto dei fatti reali… ma vi è anche un problema, direi, di nostro comportamento personale. E sono sicuro che voi siete d’accordo con me nell’auspicare che onestà, rettitudine, laboriosità, disinteresse sono tutte virtù di cui noi dovremmo essere in possesso. Rendetevi conto, o amici, che la missione che ci compete andrà a buon fine, nell’interesse dei lavoratori, nella misura in cui sapremo esserne degni”. In un altro scritto afferma: “Eravamo, siamo, saremo in cammino per moltiplicare le speranze di equità in un mondo più solidale dove liberi uomini e donne possano costruire il loro sogno di vita”.
La recente enciclica Caritas in veritate di Benedetto XVI riafferma che il lavoro non è una “merce” tra altre, perché ciò che gli attribuisce valore non è l’oggetto ma il suo soggetto. “Lavorare è fare un uomo al tempo stesso che una cosa” (Emmanuel Mounier). Le forze sindacali devono essere autonome e distinte dalla politica. Il loro compito è trattare per riaffermare il valore del lavoro e la necessaria partecipazione di tutti al lavoro e nel lavoro.
“Superando le limitazioni proprie dei sindacati di categoria, le organizzazioni sindacali sono chiamate a farsi carico dei nuovi problemi delle nostre società… Il contesto globale in cui si svolge il lavoro richiede anche che le organizzazioni sindacali nazionali, prevalentemente chiuse nella difesa degli interessi dei propri iscritti, volgano lo sguardo anche verso i non iscritti e, in particolare, verso i lavoratori dei Paesi in via di sviluppo, dove i diritti sociali vengono spesso violati… La distinzione di ruoli e funzioni tra sindacato e politica… consentirà alle organizzazioni sindacali di individuare nella società civile l'ambito più consono alla loro necessaria azione di difesa e promozione del mondo del lavoro, soprattutto a favore dei lavoratori sfruttati e non rappresentati, la cui amara condizione risulta spesso ignorata dall'occhio distratto della società”.
Molto si può apprendere da una storia che ha bisogno di esempio, di passione e fermezza nei valori fondativi delle associazioni sindacali, e che per la CISL si esprimono nell'autonomia, nel pluralismo, nella solidarietà, e nella democrazia. Questo libro presentato in occasione dei 60 anni della CISL riminese in un incontro introdotto dal segretario generale Ust-Cisl di Rimini Massimo Fossati, a cui sono seguiti i saluti di monsignor Francesco Lambiasi, vescovo di Rimini, del sindaco Alberto Ravaioli e di Stefano Vitali, presidente della Provincia di Rimini. Come da invito la presentazione del volume prosegue con gli interventi di Stefano Zamagni, docente di Economia Politica all'Università di Bologna e di Oreste Delucca, co-autore del libro. Modera Giorgio Tonelli, giornalista Rai e conclude Giorgio Santini, segretario confederale CISL.
Nessun commento:
Posta un commento
Prima di lasciare un commento, controllare le istruzioni nella pagina: "Nuove Generazioni: fine e metodo"