martedì 29 novembre 2011

Indignati

di Eugenio Caggiati
Associazione culturale "Il Borgo" di Parma


“Caro Eugenio, non per dire "te lo avevo detto", però quello che sta succedendo in Spagna con los indignatos è simile a quello che propone… il Movimento 5 stelle.
Quindi prepariamoci: lo tsunami sta arrivando. Chi lo capirà in tempo si salverà; gli altri, che parlano solo il politichese, spariranno come sono spariti i dinosauri. Destra, sinistra, è un linguaggio che non è più comprensibile: è come leggere i geroglifici; nessuno li capisce.
E' una strada senza ritorno, il popolo, quello vero, quello che da sempre ha cambiato le cose, è stufo e si è organizzato. Non è la prima volta e neppure l'ultima che quattro rappresentanti con le pezze nel sedere e quattro capitalisti mafiosi, vengono cacciati via.
Le rivoluzioni le fanno i popoli. Questa e una rivoluzione che possiamo vivere in diretta.
Ti suggerisco di monitorare la situazione in tempo reale perché sarà un cambio rapido e indolore.
Ciao.”

Ecco quanto mi scriveva, alcuni giorni or sono, un amico che si muove in alcuni paesi europei.
Per molti sono parole da bar…!
Amaramente, pur non condividendo certe espressioni né certi movimenti che non sanno distinguere le linee della storia né le curve del presente, ritengo di dover ammettere che la nostra classe politica attuale si salva in pochi personaggi. Il dramma dell’Italia di oggi, però, è che siamo in crisi tutti….; è in crisi la famiglia, la cultura di impresa, la scuola, ecc.
Partendo da una simile presa d’atto ci rendiamo conto che le reciproche accuse, che si sentono in continuazione, vanno riportate ad un clima diverso. Chi non è “bollito” deve superare schematismi beceri e vecchi per guardare al futuro di questo Paese che… sembra sulla via del baratro.
Diminuire, anche se in modo doloroso, il debito attuale, insopportabile per le future generazioni; cambiare la cultura civica sulle tasse, sull’ordine, sulla responsabilità, sul merito… sono percorsi obbligati.
La classe politica, per riprendere credibilità e per guidare con maggior senso unitario il Paese verso il futuro, deve fare la prima mossa abrogando da subito i molti privilegi che il potere si è dato in questi decenni, rendendo più snella ed operativa la governabilità dell’Italia, dando vita ad una riforma globale della nostra cultura e del nostro sistema con uno sforzo unitario. Altrimenti il percorso verso la deriva… non può avere sbocchi.
E in ogni cittadino si deve risvegliare quel senso di responsabilità che, mescolato con la tradizionale creatività, ha reso grande l’Italia del passato remoto e nel dopoguerra. Ancora, mi dice un amico che gira il nuovo mondo del business, l’Italia gode di grande stima… Possiamo riprenderci… Qualche miracolo nella storia lo abbiamo già fatto.

Da "Il Borgo News", Newsletter del Circolo culturale "Il Borgo" di Parma.

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