domenica 27 novembre 2011

Genesi, sviluppi e crisi
del marxismo secondo Maritain

di Piero Viotto
già docente di pedagogia presso l’Università Cattolica di Milano e Membro del comitato scientifico dell’Institut International Jacques Maritain

Carissimi, non è precisamente esatto dire che viviamo in una età post’ideologica, perché le ideologie, che sono il veicolo del pensiero, quando questo si oggettivizza nella storia, persistono. anche se mascherate e male assimilate dai gruppi politici. Le ideologie liberali, personaliste, socialiste sono le radici profonde dei movimenti politici, anche se talune non sono più dominanti, Vi offro questa mia riflessione sulla “Nascita, sviluppo e crisi del marxismo” che ho scritto per l’Annuario 2011 del Liceo frequentato dai miei nipoti, lieto di avere le vostre osservazioni. Cordialità e amicizia.

Joseph Proudhon
Jacques Maritain (1882-1973) in gioventù è stato anarchico e socialista, da studente ha conosciuto Raïssa Oumançoff mentre faceva volantinaggio a favore dei socialisti russi perseguitati dallo Zar. Alla boutique dei “Cahiers de la Quinzaine” di Charles Pèguy (1873-1914) un poeta, che si muove tra cristianesimo e socialismo, di cui diventa un collaboratore, fa amicizia con Georges Sorel (1847-1922).
Frequenta l’“Ècole socialiste”, tiene conversazioni nelle “università popolari” scrive articoli su Jean-Pierre, un periodico per ragazzi di ispirazione socialista, fondato da Marcel Debré e da sua sorella Jeanne Maritain. L’incontro con il filosofo ebreo Henri Bergson (1859-1941), la conversione al cattolicesimo e la scoperta di san Tommaso mettono in crisi le convinzioni socialiste, gli fanno superare un ateismo radicale e l’anticlericalisno dei primi anni, ma non modificano le sue convinzioni circa le gravi ingiustizie sociali prodotte del capitalismo, di cui è responsabile la classe borghese. Un suo alunno Yves Simon (1903-1961) all’Institut Catholique di Parigi, poi suo collaboratore in Francia e in America, studia il pensiero di Joseph Proudhon, e trova qualche correlazione tra il pensiero del filosofo francese e san Tommaso a proposito del valore del lavoro e il senso sociale della proprietà. Insieme a Maritain firma il manifesto Per il bene comune (1934), con un doppio no, al fascismo e al comunismo. Maritain collabora con Emmanuel Mounier (1905-1950) alla fondazione della rivista Esprit, ma poi si allontana dal gruppo, perché il gruppo finisce per diventare un movimento politico, che si muove verso il socialismo.
Karl Marx e Friedrich Engels
Maritain in diverse opere studia il marxismo nella sua genesi, nella sua evoluzione nei diversi continenti attraverso i movimenti e i partiti che ad esso si ispirano, e titola Marx e la sua scuola un capitolo della sua Storia della filosofia morale. La sua analisi rileva come la filosofia di Marx dipenda da quella di Feuerbach per il suo ateismo e da quella di Engels per il suo materialismo dialettico, sottolinea come questa filosofia porti al primato della prassi, perché compito primario della conoscenza è la trasformazione della società. Maritain rileva l’incompatibilità tra la filosofia cristiana e la filosofia marxista, anche se vede nel comunismo, per il suo messianismo umanitario, l’ultima eresia cristiana. Queste analisi documentano come sia completamente falsa l’accusa rivolta a Maritain di essere un “marxista cristiano”.
La sua proposta di un Umanesimo integrale (1936) va oltre il liberalismo e il socialismo, perché pone al centro delle relazioni sociali la persona, non l’individuo o la società.

INDICE DEI PARAGRAFI
- Dal socialismo utopistico al socialismo scientifico
- Pierre Joseph Proudhon
- Ludvig Feuerbach e Friederich Engels
- Karl Marx e il materialismo
- Il primato della prassi
- Il rovesciamento dell’hegelismo e la riabilitazione della causalità materiale
- La società capitalistica, il plus valore e la lotta di classe
- L’antropologia dell’uomo collettivo
- La morale comunista
- Gli sviluppi del marxismo
- L’ultima eresia cristiana

Maritain al termine del Concilio Vaticano II in Il contadino della Garonna scrive: “in verità tutte le vestigia del santo impero sono oggi liquidate: siamo definitivamente usciti dall’età sacrale e da quella barocca; dopo sedici secoli, che sarebbe vergognoso calunniare o pretendere di ripudiare, ma che certamente hanno finito di morire e i cui gravi difetti non erano contestabili, una nuova era comincia in cui la Chiesa ci invita a comprendere meglio la bontà e l’umanità di Dio… ecco compiuto il grande rovesciamento in virtù del quale non sono più le cose umane che s’incaricano di difendere le cose divine, bensì queste che si offrono a difendere le cose umane (se queste non rifiutano l’aiuto offerto)” (XII, 671). la Caritas in veritate di Benedetto XVimo si muove in questa direzione, non chiede per la Chiesa l’aiuto della società civile per evangelizzare il mondo, ma offre alla società civile, nazionale e internazionale, il suo aiuto per rendere il mondo più umano. Questa attenzione significa che l’uomo non è in questo mondo solo per prepararsi alla vita eterna, per salvarsi l’anima, ma è al mondo per coltivarlo, per popolarlo; e si salva l’anima solo se si impegna a far crescere nella pace la società terrestre, se serve il suo prossimo, se promuove il progresso. non dobbiamo dimenticare che Gesù istituì l’eucarestia dopo la lavanda dei piedi e che nella storia dell’arte, fino a Leonardo, l’ultima cena era sempre affiancata alla lavanda dei piedi.


Sintesi: Nascita, crescita e crisi del marxismo secondo Jacques Maritain

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