giovedì 30 giugno 2011

Il mio ricordo di Carlo Forlani, uno dei fondatori del MCL

di Floriano Roncarati
Collaboratore a diverse testate giornalistiche, è componente dell’Ufficio Stampa della FID; conduce dagli Studi dell’emittente “Ciao Radio” di Bologna la trasmissione sportiva “Fari puntati su…” e cura una rubrica di motorismo, è membro dell’”Osservatorio regionale sull’associazionismo di promozione sociale” della Regione Emilia – Romagna ed è componente della “Lega Pensionati Cisl San Vitale – Bologna”

Ricordiamo Carlo Forlani. Era stato Presidente del “Coprob - Zuccherificio di Minerbio”, lo stabilimento cooperativo diventato un colosso dell’industria saccarifera italiana e Presidente di CREDIBO, la banca di Credito Cooperativo confluita in “Emilbanca”. Aveva collaborato col Sen. Giovanni Bersani nella gestione del “CICA - Consorzio Interprovinciale Cooperative Agricole” e fu fra i fondatori del Movimento Cristiano Lavoratori.


Avevo conosciuto Carlo Forlani nell’ambito del Movimento Cristiano Lavoratori in quel cosmo che ruota attorno al Sen. Giovanni Bersani, ora ufficialmente candidato al Premio Nobel; era una di quelle persone di poche parole che ha scritto la storia della cooperazione nella bassa bolognese e del nostro paese. Forlani era stato Presidente del Coprob - Zuccherificio di Minerbio, lo stabilimento cooperativo diventato un colosso dell’industria saccarifera italiana e Presidente di CREDIBO, la banca di Credito Cooperativo confluita in “Emilbanca”. Ho potuto vedere da “dentro” cosa ha rappresentato nel contesto di Molinella l’azione sociale di Carlo Forlani; nell’anno scolastico 1998 -99, infatti, ho ricoperto la responsabilità di Preside della Scuola Media Statale “Severino Ferrari” del paese di Giuseppe Massarenti. La sua conoscenza e posso dire amicizia mi ha aiutato ed aperto tante porte di un ambiente particolare con una tradizione cooperativa che risaliva all’inizio del Novecento; in questa comunità la povertà aveva generato fra il 1880 ed il 1912 una biblica emigrazione mirabilmente ricostruita dalla Prof. Lorenza Servetti nel recente volume “Trenta giorni di nave a vapore” nel quale racconta “Storie di emigrazione dalla Valle dell’Idice”.

Quel filo sottile che unisce Carlo Forlani, Umberto Armaroli, Giuseppe Fanin, Mons. Enelio Franzoni ed il Sen. Giovanni Bersani aveva sicuramente nella comune stima e amicizia un ruolo importante, ma è soprattutto stata cementata da una fede capace di generare opere. Un ruolo silenzioso svolto da questi grandi uomini nella quotidianità, ma che ha determinato la storia vera delle comunità della bassa bolognese; i cooperatori come Forlani erano persone che avevano ricevuto una formazione religiosa, associativa e sociale che li rendeva consci che le grandi trasformazioni, presentavano elementi di tensione e, nello stesso tempo, di complementarità tra la dimensione locale dell'economia e la dimensione globale, ma che si “doveva” contribuire a risolvere attraverso la collaborazione. Una generazione animata dalla consapevolezza che il fattore decisivo di ogni complessa fase di cambiamento, deve essere l'uomo, che deve restare il vero protagonista del suo lavoro. Voglio ricordare in conclusione che il Comm. Carlo Forlani partecipò con entusiasmo all’incontro dedicato alla cooperazione che facemmo con gli studenti nella Sala consiliare di Molinella con la partecipazione di Giovanni Bersani, del prof. Giampaolo Venturi e dell’Assessore Marisa Succi; la foto di quel meeting ci ricorda che pur nella semplicità dell’incontro vi fu la partecipazione di “grandi uomini” e soprattutto l’attenzione verso i giovani di Carlo Forlani.


martedì 28 giugno 2011

Immigrati e sistema produttivo

Un'opportunità per le piccole imprese e un'alternativa alla delocalizzazione
di Attilio Pasetto

Sopraffatti dall’ondata emotiva che suscita ogni sbarco di immigrati a Lampedusa, non abbiamo ancora riflettuto abbastanza sull’impatto delle migrazioni sulla nostra economia. Non basta infatti dire che gli immigrati consentono di far fronte ai problemi d’invecchiamento della popolazione e alla necessità di coprire nel mercato del lavoro quelle mansioni che gli italiani non sono disposti a svolgere. Né ricordare che intere pezzi dell’economia e del welfare, come l’assistenza ai bambini e agli anziani, dipendono in larga misura dagli extra-comunitari. E nemmeno sostenere che il PIL prodotto dagli occupati stranieri pesa per più dell’11%, con punte del 23% nelle costruzioni, del 14,5% in agricoltura e del 13% nell’industria.
Ci sono anche altri effetti importanti determinati dalla relativamente abbondante disponibilità di forza lavoro straniera sul mercato del lavoro. Questi effetti impattano direttamente sul nostro sistema produttivo e sulle strategie delle imprese.




I nuovi diritti sociali dei migranti nella «Caritas in veritate»
di Luciano Nicastro - Filosofo e sociologo
Professore di Filosofia della Religione - Facoltà Teologica di Sicilia a Palermo

Gent.mo amico,
le invio in allegato un mio lavoro recente sugli immigrati: "I diritti sociali dei migranti nella Caritas in Veritate". Un affettuoso saluto e tanti auguri per il prosieguo della testimonianza e per il fervore della carità intellettuale.

PRESENTAZIONE di
Gabriele Vaccaro, Consigliere Co.P.E. e GIT circoscrizione Sicilia Orientale Banca Etica
Roberto Piccitto Presid. Meic-Ragusa

Il prof. Luciano Nicastro, filosofo e sociologo, già da tempo si occupa del tema dell’immigrazione scrivendo libri come: “Fratello immigrato” EdiArgo 2006, “Mustafà va in prigione” Genius Loci 2007, “Dentro la nuova società multiculturale” Sion 2006 oltre che su articoli apparsi su “Affari Italiani”, “Petrus” etc. In questa sua ultima pubblicazione ci offre una rilettura inedita dei diritti sociali dei migranti a partire dalla enciclica di Papa Benedetto Caritas in veritate che di fatto si pone, quest’ultima, in continuità ideale e sostanziale con la Populorum Progressio di Papa Paolo VI.
La riflessione e gli stimoli offerti al lettore sono numerosi, profondi e ricchi di esempi e contenuti. In particolare l’autore, si e ci interpella, con una domanda di fondo: quante vale la vita di un giovane immigrato nel nostro Paese? La nostra cattiva ed inquieta “coscienza” è interpellata citando due casi: Abdul, giovane di 19 anni e immigrato di seconda generazione, ammazzato a sprangate a Milano, capitale economica d’Italia, per un pacco di biscotti, sottratti ad un negozio vicino alla stazione centrale. L’eccidio di Castevolturno, in Campania, in cui sei immigrati sono stati assassinati a colpi di pistola dalla camorra del posto perché avevano trasgredito alle “regole” della criminalità organizzata per quanto riguarda pizzo, droga e prostituzione...
Riccardo Milano, responsabile relazioni culturali di Banca Etica in un convegno tenutosi a Comiso ad ottobre dell’anno scorso sul tema dell’iterculturalità ed economia solidale citava il filosofo E. Levinas: il “chi sono io?” me lo dice l’altro diverso da me, ossia l’uomo della strada, il diverso, l’immigrato, chi mi mette in grado di assumere una situazione e una risposta sociale e solidale; in questo modo viene a dimostrazione il mio rapporto con l’altro.
In altre parole siamo di fronte non a una crisi di sistema ma a un sistema in crisi (perché sono molte e diffuse), per cui è necessaria una nuova visione d’insieme, un nuovo paradigma culturale, in grado di coniugare la solidarietà con la fraternità. Il prof. Zamagni, a questo proposito, ci offre un ulteriore spunto di riflessione quando intende, da un punto di vista tecnico, per solidarietà quel principio di organizzazione sociale che consente ai diversi di diventare uguali (politiche del Welfare) mentre la fraternità quel principio di organizzazione sociale che permette agli uguali di essere diversi, attraverso la reciprocità e all’interno di una dimensione comunitaria/collettiva...
L’autore del libro termina offrendo una serie di spunti ed esempi concreti su come lo Stato italiano potrebbe spendere gli attuali 115 milioni di euro l’anno che impiega per la “lotta alla clandestinità”. L’Italia e la Sicilia in particolare, vista come un possibile avamposto funzionale ed attivo per il dialogo interetnico, interculturale ed intercontinentale, supportato da una sorta di piano “Marshall” a sfondo europeo (l’autore cita il parroco di Lampedusa, Don Leopoldo Argento) di emergenza economica-sociale del bacino del Mediterraneo. D’altronde, diceva don Luigi Sturzo, “o l’economia è etica o è diseconomia”.
Perché si realizzi tutto ciò, la convivialità delle differenze, di cui parlava spesso Mons. Tonino Bello, Vescovo di Molfetta e presidente nazionale di Pax Christi, è necessario che il bene vada fatto bene altrimenti il bene diventa male e il contributo offerto dal professore Nicastro è, come già in altre occasioni, sicuramente rivolto nella prima direzione.
Per questa pubblicazione che siamo onorati presentare come Circoscrizione Soci Banca Etica Sicilia Orientale, OnG. Cooperazione Paesi Emergenti e Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale – Ragusa, siamo lieti ringraziare la sensibilità e l’attenzione dimostrata dalla Provincia Regionale di Ragusa, in particolare il dott. Giovanni Di Giacomo, in qualità di Assessore alle Politiche Comunitarie, per il contributo offerto affinché stimoli, contenuti e riflessioni del presente libro siamo diffusi per diventare lievito culturale, sociale e politico.

Indice
Presentazione
Introduzione - L’enciclica sociale di Papa Benedetto: un cambio di passo spirituale per un nuovo inizio
I - Una crisi spirituale di sistema
II - Globalismo o solidarismo globale?
III - Accogliere o respingere gli stranieri “poveri”?
IV - Le chiavi dello sviluppo umano integrale: lavoro e educazione, accoglienza e integrazione
CONCLUSIONE - Il bene comune “glocale”: azione dell’uomo e opera di Dio
Le fonti nella Caritas in veritate
Indicazioni bibliografiche per approfondimenti


mercoledì 15 giugno 2011

Generazioninsieme

Generazioninsieme è un’associazione di promozione sociale per la solidarietà tra le generazioni.

L’Associazione ha lo scopo di approfondire il tema della solidarietà attiva tra le generazioni di fronte ai cambiamenti demografici e culturali in una società sempre più globalizzata. Promuove in particolare l’impegno solidale tra le generazioni nei valori della cultura, nelle politiche del lavoro, in quelle economiche, sociali e in quelle della formazione, impegno fondato sui principi di giustizia e della piena e consapevole partecipazione di tutte le persone.

In Generazioninsieme si associano donne e uomini di diverse generazioni e professionalità per dare il proprio contributo a tale programma di iniziative sociali che riaffermino valori etici e di civile convivenza, avvalendosi anche del concorso delle varie discipline sociali.

L'Associazione Centro Studi Nuove Generazioni partecipa tramite il suo Presidente, Carlo Pantaleo, all'evento di presentazione "Generazioni insieme: perché." che si terrà mercoledì 22 giugno 2011 a Roma presso la sede del CNEL, offrendo in particolare il suo contributo con l'intervento "Indagine di opinione: Generazioni insieme, che ne pensi?"

PROGRAMMA
ore 9.00 Registrazione partecipanti
ore 9.30
Presiedono: Antonio De Angelis, Giovanna Leone
Coordina: Giuseppe Amari
Saluto del Presidente del CNEL: Antonio Marzano
Apertura lavori: Antonio De Angelis, Lorenzo Lusignoli
ore 10.00 Indagine di opinione: Generazioni insieme, che ne pensi? a cura di Carlo Pantaleo
ore 10.15 Interventi di: Nicola Bagnoli, Salvo Barrano, Paolo Bosi, Francesco Fiore, Maurizio Franzini, Ilaria Lani, Blando Palmieri, Nicola Sartor
ore 13.00 Conclusioni di Giovanna Leone (seguirà un buffet)
ore 15.00 Apertura dei lavori: saluti in video conferenza della Segretaria generale della CES, Bernadette Ségol
ore 15.15 Presentazione del Manifesto dell’Associazione: Riccardo Sanna
ore 15.30 Generazioni insieme: è possibile? Luigi Angeletti, Raffaele Bonanni, Susanna Camusso, Mariella Magazù, Halima Tanjaoui Santoro, ne discutono con Giuliano Amato
ore 17.00 Interventi e dibattito con il pubblico: coordina Sandro Gambellini



Generazioninsieme: perché.

Studi demografici recenti confermano che il nostro Paese è al primo posto al mondo per tasso di sopravvivenza e agli ultimi per tasso di natalità e che tuttavia mantiene il livello di popolazione: cresce il numero degli anziani, si riduce il numero delle persone in età di lavoro, e il tasso di attività complessivo resta oltre una dozzina di punti al di sotto dell’obiettivo del trattato di Lisbona 2000.

L’Organizzazione mondiale della Sanità, per far fronte al fenomeno, ha suggerito agli Stati, di perseguire, con politiche mirate, l'"invecchiamento attivo" fondato sull’esercizio dei diritti e sulla responsabilizzazione piena delle persone anziane, viste come soggetti partecipanti a pieno titolo, anche con il lavoro, alla vita della comunità; tanto più che si è elevata l’età anagrafica di ingresso nella condizione di “vecchiaia” per il progredire della ricerca nel capo sanitario e per il miglioramento degli stili di vita.

Le recenti statistiche ci parlano di seri problemi occupazionali, riferibili alla quantità e alla qualità del lavoro offerto dalle nostre società post-industriali, in particolare per le classi di età giovanili, delle donne, per gli immigrati, una realtà sempre più importante; problemi che, nelle situazioni di crisi come quella che viviamo, presentano connotati di estrema gravità.

La condizione storica da affrontare richiede innovazioni sociali tempestive e coraggiose. L’inarrestabile circolazione di uomini, merci e idee che caratterizza la globalizzazione, infatti, non è solo un cambiamento storico, ma un vero e proprio cominciamento, l’aprirsi di un’epoca la cui novità non può essere prevista in analogia con mutamenti sociali passati.


Messaggio del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano

Nell'occasione della presentazione dell'Associazione Generazioninsieme, il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha voluto mandare un suo messaggio personale, che è stato ripreso da diverse testate giornalistiche:
“Saluto cordialmente il Presidente del CNEL Professor Marzano, la Professoressa Leone e tutti i componenti dell'Associazione Generazioninsieme, che si presenta per la prima volta in questa prestigiosa sede.
Gli autorevoli contributi in programma, con il rilevante apporto di giovani ricercatori testimoniano la ricchezza ed importanza degli obiettivi che si propone il vostro sodalizio. Come ho avuto modo di sottolineare in più occasione, un deciso e accresciuto impegno per la salvaguardia e la valorizzazione del capitale umano del nostro Paese e delle sue risorse di creatività e d'innovazione è condizione indispensabile per assicurare un'equilibrata crescita economica e la stessa tenuta del tessuto civile e sociale.
In una corretta visione di uno sviluppo sostenibile e nel rispetto del principio fondamentale di solidarietà, i rapporti di responsabilità e fiducia fra le generazioni costituiscono le basi essenziali per assicurare una effettiva integrazione tra patrimoni di esperienze, valori e ideali, e per corrispondere alle esigenze e alle aspettative di tanti giovani che vivono una condizione di instabilità e incertezza nel loro futuro.
In questo spirito, rivolgo a Lei, Gentile Professoressa, al Presidente Onorario Professor Amato, agli illustri relatori e a tutti i presenti un cordiale augurio di buon lavoro e di successo per la futura attività dell'associazione.
Giorgio Napolitano”

domenica 5 giugno 2011

La famiglia e i nuovi media

di Isabella Rinaldi

Scopriamo, con la forza dell’evidenza, che non solo è possibile un’altra comunicazione, cioè un uso dei media più attento ai valori dell’uomo, ma che i media stessi sono quasi geneticamente fatti per rendere gli uomini più uniti e migliori”.
(Nedo Pozzi coordinatore di NetOne)

Il dio digitale arriva ormai ovunque e non c’è verso di salvarsi dalla sua espansione. Sempre più ci si chiede come abbiamo fatto a fare senza determinati strumenti fino ad ora. Siamo passati dalla sparuta presenza di qualche telefono alla presenza di uno o due cellulari nelle borse e nelle tasche della maggior parte delle persone. La Rivoluzione Digitale invade direttamente o indirettamente ogni campo dell’agire umano.
IL PRIMO MEZZO DI TRASMISSIONE, IL PIU’ VALIDO, SIAMO NOI STESSI: NON SOLO COMUNICARE, MA DARSI NELLA COMUNICAZIONE.





L’era digitale e la sua valenza antropologica: i nativi digitali
di Tonino Cantelmi
Professore di Psicologia dello Sviluppo e dell’Educazione, LUMSA – Roma
Professore di Psicopatologia, Università Gregoriana – Roma

Che cosa è la vita reale?
Un’altra finestra aperta sul mio desktop!


1. Introduzione: la Rete delle Reti ed il suo impietoso fascino sulla mente umana

Il fascino impietoso e seduttivo di Internet non sembra lasciar scampo: la Rete delle Reti è ora demonizzata ed assimilata ad un invincibile mostro divorante, ora invece esaltata e beatificata per le sue immense potenzialità. No, non c’è dubbio, la Rete delle Reti rappresenta comunque la vera, straordinaria novità del III millennio: presto gran parte dell’umanità sarà in Rete. Stiamo assistendo dunque ad un cambiamento radicale e siamo forse di fronte ad un passaggio evolutivo. L’uomo del terzo millennio, in altri termini, sarà diverso: la mente in Internet produrrà eventi e cambiamenti che non potremo ignorare.
Tuttavia Internet è solo uno dei tanti cambiamenti indotti dalla rivoluzione digitale, la cui tecnologia non può essere semplicemente interpretata come “strumenti”: la rivoluzione digitale è tale perché la tecnologia è divenuta un ambiente da abitare, una estensione della mente umana, un mondo che si intreccia con il mondo reale e che determina vere e proprie ristrutturazioni cognitive, emotive e sociali dell’esperienza, capace di rideterminare la costruzione dell’identità e delle relazioni, nonchè il vissuto dell’esperire.
Come per ogni innovazione tecnologica, accanto agli iniziali entusiasmi giustificati dalle enormi potenzialità di questo media, sempre più specialisti si sono interrogati sui rischi psicopatologici connessi all’uso e soprattutto all’abuso della Rete. In particolare si è ipotizzata l’esistenza di una forma di dipendenza dalla Rete, definita IAD: Internet Addiction Disorder. In realtà non dovremmo trascurare il fatto che tutto nacque per un fantastico scherzo planetario: uno psichiatra americano fece girare in Rete i criteri diagnostici per la dipendenza da Internet, mutuati dal DSM IV. Come spesso succede in Rete, la fantasia fu superata dalla realtà, sia pure virtuale: la dipendenza divenne un argomento straordinariamente attuale. Dibattuta, demonizzata, esaltata: la Rete non colse la differenza fra realtà e scherzo. Altra beffa clamorosa fu l'invenzione di gruppi on line di auto-aiuto per retomani. L’Internet Addiction Disorder, quella vera e non la beffa, divenne un fenomeno noto al di fuori della Rete quando nel 1996 la dottoressa statunitense Kimberly Young, dell’Università di Pittsburg, pubblicò la ricerca “Internet Addiction: the emergence of a new clinical disorder” (1996), relativa allo studio di un campione di soggetti dipendenti dalla Rete. Da allora ad oggi sulla stampa vengono continuamente riportate le vicissitudini dei soggetti affetti da questa nuova patologia. Anche le ricerche che ho presentato in Italia dal 1998 hanno avuto una eco sorprendente sulla stampa, amplificata dalle TV e dalle radio...

2. La tecnomediazione della relazione nell’epoca della modernità liquida
3. La crisi dell’identità nella società postmoderna e la tecnologia digitale
4. Predigitali, generazione di mezzo, nativi digitali: il silenzio degli adulti e la sfida educativa
5. Chiesa e byte
6. Quale sarà il futuro prossimo venturo?

venerdì 3 giugno 2011

Tagesmutter: una risposta concreta e necessaria ad un contesto di emergenze

di Gabriele Paganelli
Responsabile Area Famiglia e Educazione
Associazione Centro Studi Nuove Generazioni


Il compito di aver cura della famiglia in quanto soggetto sociale e di sostenerla nella sua responsabilità educativa rappresenta una delle grandi sfide del tempo presente, in un contesto che sembra mettere in crisi la sua realtà, i suoi tempi di vita, i suoi compiti.

Indice
- LA RELAZIONE PRIMARIA
- LA FAMIGLIA, UN BENE RELAZIONALE
- CONCILIAZIONE FAMIGLIA-LAVORO
- UNA PROPOSTA CONCRETA: TAGESMUTTER, INTEGRAZIONE SUSSIDIARIA AI SERVIZI TRADIZIONALI
- IL PROGETTO PEDAGOGICO


giovedì 2 giugno 2011

Le prospettive integranti dell'Educazione alla Sostenibilità

di Marco Malagoli
Vice Presidente AICQ Emilia-Romagna e Marche

Il concetto di sviluppo sostenibile chiama in causa un ventaglio molto ampio di discipline, alcune delle quali – in particolare l’ecologia e l’economia ecologica – hanno fornito una solida base di lavoro per indagare le relazioni tra sistemi ambientali e sistemi economici. Scopo di questa prima parte del nostro lavoro è l’approfondimento di alcuni temi legati alla dimensione sociale ed economica della sostenibilità al fine di mettere in evidenza come le prospettive che emergono da una lettura della società in chiave di sistemi e di reti richiedano una forte integrazione nella componente culturale ed educativa di quella che Edgar Morin chiama “cittadinanza terrestre in una comunità planetaria” Abbiamo già trattato, su queste stesse pagine, della logica di riconfigurazione che caratterizza lo scenario evolutivo delle organizzazioni e, in altre sedi, dei criteri di valutazione dell’utilizzo delle forme di capitale (economico, ambientale, sociale/relazionale) corrispondenti alle tre dimensioni dello sviluppo sostenibile. Un livello di integrazione fondamentale per dare attuazione concreta ai principi della sostenibilità ed alle relative strategie riguarda le modalità organizzative/relazionali adottate dagli attori – istituzionali e non – chiamati alla elaborazione e alla gestione delle politiche e degli obiettivi di sviluppo nella loro dimensione locale e globale. Nessun Paese può permettersi di ignorare la sfera internazionale né agire nell’isolamento e le relazioni internazionali generate dal commercio, dalla finanza e dai progressi tecnologici non fanno altro che renderlo evidente.

Indice
1. Una governance senza Governo
2. I diritti come requisiti di sistema
3. Disegno strategico e coerenza di obiettivi
4. Per non escludersi dal “gioco delle regole”
5. La qualità come ambiente di integrazione
6. Il Decennio delle Nazioni Unite dell’educazione allo sviluppo sostenibile (DESS)
7. Le reti italiane del sistema educativo in materia ambientale
8. L’integrazione delle educazioni nella scuola italiana dell’obbligo
9. Bibliografia

mercoledì 1 giugno 2011

La 46a Settimana Sociale dei cattolici

di Floriano Roncarati
Collaboratore a diverse testate giornalistiche, è componente dell’Ufficio Stampa della FID; conduce dagli Studi dell’emittente “Ciao Radio” di Bologna la trasmissione sportiva “Fari puntati su…” e cura una rubrica di motorismo, è membro dell’”Osservatorio regionale sull’associazionismo di promozione sociale” della Regione Emilia – Romagna ed è componente della “Lega Pensionati Cisl San Vitale – Bologna”

Monsignor Arrigo Miglio, Vescovo di Ivrea e Presidente del Comitato scientifico ed organizzatore di questi tradizionali incontri di riflessione, il primo dei quali avvenne a Pistoia nel 1907 ... aveva ricordato che sulla scia di quanto discusso nell’ultima edizione, svoltasi a Pistoia-Pisa nel 2007, “si è voluto declinare il tema su alcuni punti concreti e urgenti per il nostro Paese, traducendoli in un’agenda di speranza”. “Un’agenda – aveva puntualizzato il Vescovo – non ancora scritta ma da scrivere, con due attenzioni particolari: scegliere pochi punti ma prioritari e sceglierli non da soli, ma coinvolgendo tutto il mondo dell’associazionismo cattolico, le Chiese locali, le diocesi e tutte quelle persone che vorranno collaborare, in un’azione di discernimento comunitario la più allargata possibile” ... A partire dalla concretezza delle problematiche, anche inedite, che con gli effetti della globalizzazione stanno coinvolgendo le persone e le famiglie, le dinamiche sociali, le relazioni tra i popoli, i rapporti tra capitale e lavoro.



Su questo tema vedi anche, sul nostro sito, l'articolo:

a cura di Carlo Pantaleo
Presidente Associazione Centro Studi Nuove Generazioni
Potete trovare il documento anche sul sito della 46° Settimane Sociali dei Cattolici Italiani nella pagina relativa ai "Contributi alla riflessione".

e anche gli articoli:


di Edoardo Patriarca
Segretario del Comitato scientifico delle Settimane sociali, Consigliere del Cnel e dell'Agenzia per le Onlus