di Floriano Roncarati
Collaboratore a diverse testate giornalistiche, è componente dell’Ufficio Stampa della FID; conduce dagli Studi dell’emittente “Ciao Radio” di Bologna la trasmissione sportiva “Fari puntati su…” e cura una rubrica di motorismo, è membro dell’“Osservatorio regionale sull’associazionismo di promozione sociale” della Regione Emilia – Romagna ed è componente della “Lega Pensionati Cisl San Vitale – Bologna”
Alla XXIV Assemblea Plenaria del Pontificio Consiglio per i Laici, tenuto a Roma dal 20 al 22 maggio sul tema: “Testimoni di Cristo nella comunità politica”, il Santo Padre ricevendo in Udienza i partecipanti ha rivolto loro un significativo discorso; i contenuti riguardano i fedeli laici impegnati nel sociale e fra questi vanno ricompresi certamente anche i Sindacalisti. Dell’intervento che riportiamo interamente in calce a questa agenzia vogliamo riprendere due passaggi molto rilevanti: nel primo si sottolinea l’attualità della Dottrina Sociale della Chiesa e nel secondo la riaffermazione che “la questione sociale è diventata, allo stesso tempo, questione antropologica”; queste le citazioni integrali dal discorso di Benedetto XVI alle quali facciamo riferimento:
• “i principi fondamentali della Dottrina sociale della Chiesa - quali la dignità della persona umana, la sussidiarietà e la solidarietà - sono di grande attualità e valore per la promozione di nuove vie di sviluppo al servizio di tutto l’uomo e di tutti gli uomini.
Compete ancora ai fedeli laici partecipare attivamente alla vita politica, in modo sempre coerente con gli insegnamenti della Chiesa, condividendo ragioni ben fondate e grandi ideali nella dialettica democratica e nella ricerca di un largo consenso con tutti coloro che hanno a cuore la difesa della vita e della libertà, la custodia della verità e del bene della famiglia, la solidarietà con i bisognosi e la ricerca necessaria del bene comune. I cristiani non cercano l’egemonia politica o culturale.”
• “I tempi che stiamo vivendo ci pongono davanti a grandi e complessi problemi, e la questione sociale è diventata, allo stesso tempo, questione antropologica. Sono crollati i paradigmi ideologici che pretendevano, in un passato recente, di essere risposta "scientifica" a tale questione. Il diffondersi di un confuso relativismo culturale e di un individualismo utilitaristico ed edonista indebolisce la democrazia e favorisce il dominio dei poteri forti. Bisogna recuperare e rinvigorire un’autentica sapienza politica; essere esigenti in ciò che riguarda la propria competenza; servirsi criticamente delle indagini delle scienze umane; affrontare la realtà in tutti i suoi aspetti, andando oltre ogni riduzionismo ideologico o pretesa utopica; mostrarsi aperti ad ogni vero dialogo e collaborazione, tenendo presente che la politica è anche una complessa arte di equilibrio tra ideali e interessi, ma senza mai dimenticare che il contributo dei cristiani è decisivo solo se l’intelligenza della fede diventa intelligenza della realtà, chiave di giudizio e di trasformazione. È necessaria una vera "rivoluzione dell’amore". Le nuove generazioni hanno davanti a sé grandi esigenze e sfide nella loro vita personale e sociale.”
Ognuna di queste frasi è pregna di contenuti che invitano a riflettere, ma soprattutto sottintendono che non si deve “fare per il fare”; in una realtà sempre più complessa, oggi più che mai, c’è bisogno di un procedere nel “sociale” sapendo leggere ed interpretare l’azione dei “poteri forti”. Il Sindacato che per sua vocazione è dalla parte dei deboli deve sapere da che parte posizionarsi e schierarsi; nell’esaminare questi passi ci sembra di intendere che anche nell’azione sindacale si devono “condividere ragioni ben fondate e grandi ideali nella dialettica democratica” … “e la ricerca necessaria del bene comune”. Così come “bisogna recuperare e rinvigorire un’autentica sapienza politica” ed “essere esigenti in ciò che riguarda la propria competenza”; è un invito esplicito a studiare ed approfondire, a superare le superficialità e le facili improvvisazioni.