Appello per l’umanesimo personalista
alle “Nuove Generazioni”


Siamo un’associazione socio-culturale diffusa sul territorio nazionale che si prefigge di essere un Centro Studi e di formazione attiva incentrato sui contenuti, piuttosto che sulle formule e sui contenitori. Un Centro che ha il coraggio di osare, di proporre e agire anche contro corrente. I nodi della rete del Centro Studi sono Focus Groups tematici e Circoli “Nuove Generazioni”.
Giovani sì, ma dentro e ad alto potenziale attivi nei propri contesti sociali e politici, nelle scuole superiori e nelle università, nel volontariato e nella propria professione svolta con consapevolezza civile e responsabilità sociale. Giovani ma non solo anagraficamente. E’ un’officina aperta capace di unire le competenze presenti e anche quelle non riconosciute, provenienti da culture e discipline diverse, di collaborare con le università e con gli istituti culturali nazionali, con il tessuto di associazioni spesso autoreferenziali, con le altre agenzie di ricerca, per un progetto accessibile a tutti ma che ha una bussola comune: quella personalista, che ha i riferimenti in autori come Emmanuel Mounier, Luigi Sturzo, Jacques Maritain e Luigi Einaudi.
In un tempo molto filosofico come il nostro, e allo stesso tempo pragmatico nel dividersi in soluzioni semplificatorie opposte e oppositive, crediamo che sia necessario recuperare un’autonomia del pensiero e della passione, capace di far sintesi annunciando proposte per i tempi nuovi che s’annunciano. Servono “nuove generazioni” di persone con un impegno esigente che sia libero e indipendente dagli interessi personali, ma capace di fare cultura e sintesi vitale, di aver ancor voglia di confrontarsi, di elaborare programmi concreti di azione e aggiornarli all’evolvere della realtà. Questa è la caratteristica del nostro Centro. La globalizzazione crea degli enormi spazi vuoti in cui il sociale non riesce ad essere presente con le sue implicazioni. Ci sono però persone con grandi ideali che sono non ideologiche, forse post-ideologiche ma non qualunquiste, forse più laiche, ma non eticamente indifferenti. Ma proprio per questo esigono ancor più un nuovo modo di declinare i principi della centralità della persona umana, del rigore nell’impegno al servizio del Paese, dell’etica pubblica e del senso dello Stato, ma con interventi precisi e riformabili, graduali e progressivi che tengano conto di tutti i fattori, dei limiti e delle risorse.
Mancano nelle biblioteche, spesso nelle Università, oltre che nella “fluidità” della società in cui ci si identifica in base a ciò che non si è e non ha durata, i testi, i pensieri e punti di riferimento capaci e coraggiosi di far rivivere nell’oggi questo ideale, di cui la Costituzione Italiana ne è l’espressione, specialmente all’art. 2 in cui il fondamento, l’ordine e il limite dei diritti inviolabili e dei doveri inderogabili è la dignità umana.

Oggi come ieri, la libertà non è concessa ma si conquista giorno per giorno insieme.
Ne è l’espressione l’esigente impegno programmatico che deve contraddistinguerci, perché l’impegno sociale e politico è un mezzo per il bene del popolo.
Politica di programma in cui ogni iniziativa e norma non può essere una pura somma di movimenti e divieti, bensì organica ad una visione politica complessiva in cui ogni essere umano senza distinzioni e attraverso le differenze di sesso, età, razza, lingua, religione, di condizioni personali e sociali è persona, cioè soggetto e non oggetto di diritto. “Non l’uomo per la società e lo stato ma, ordinatamente, la società e lo stato per l’uomo” (G. La Pira). La dignità della persona umana è ciò che è anteriore e dà valore ai corpi intermedi tra persona e stato, ed a questi nelle loro diversità va riconosciuta la fondamentale funzione che ricoprono per la coesione sociale. Tutte le politiche devono tendere ed esserne al servizio, non in modo assistenziale o sostituendosi ad essi. Non c’è futuro se non riconosciamo, come lo è, al centro della società la vita ed assieme ad essa la famiglia. La famiglia è soggetto più di ogni altra istituzione sociale: lo è più della Nazione, dello Stato, più della società e delle Organizzazioni internazionali. Queste società, specialmente le Nazioni, intanto di soggettività propria in quanto la ricevono dalle persone e dalle famiglie.
La sussidiarietà è l’espressione della stessa dignità dell’uomo. Sussidiarietà e solidarietà si coniugano promuovendo e difendendo questa dignità, che si esprime attraverso l’autonoma iniziativa e responsabilità delle persone umane e delle loro formazioni sociali. Queste si integrano in diverse unità a partire dalla famiglia, attraverso i gruppi sociali, professionali, culturali e religiosi per arrivare alle comunità locali, alle regioni e allo stato. Tutto non è quindi riducibile alla logica o Stato o mercato, o individuo o sistema, o lavoro o capitale, ed il nostro federalismo è vitale, perché nell’unità della nazione nasce, vive e salda le nostre comunità, ed è a partire da quelle che noi lo pratichiamo nelle nostre stesse forme organizzative.

Valore fondante per la società, la Repubblica e l’uomo è il lavoro, ma è proprio la persona che nobilita il lavoro. Il lavoro è per l’uomo e non l’uomo per il lavoro, e proprio per questo è un bene comune da condividere permettendo lo sviluppo umano, sociale ed economico del nostro paese, segnatamente nelle aree depresse. Il lavoro chiama in causa la giustizia.
Solo la giustizia dell’uomo è per l’uomo e con l’uomo, e diviene virtù civica. La giustizia nasce dalla conoscenza e dall’esperienza dell’ingiustizia, soprattutto quando si pensa che quest’ultima riguardi altri, altre città e regioni. Invece non è così. La tentazione dell’indifferenza, che si traduce anche in un vuoto legalismo che diminuisce i rapporti umani, è spesso sorella dell’omertà e figlia della paura, ed è in quel momento che mette radici la prevaricazione quotidiana della criminalità. La legalità è il rispetto e la pratica delle leggi e costituisce perciò una condizione fondamentale perché vi siano libertà, giustizia e pace nell’uomo e tra gli uomini. La crescita del senso e della cultura della legalità ha come presupposto un rinnovato sviluppo dell’etica della responsabilità, della socialità e della solidarietà. La legalità è una forma particolare di giustizia, che a sua volta nasce e fiorisce sul riconoscimento della dignità personale di ogni uomo, e quindi dei suoi diritti e dei suoi doveri, e sul riconoscimento dell’essenziale dimensione sociale della persona umana. Legalità e solidarietà hanno un legame di interdipendenza, un rapporto circolare in quanto la legalità sostiene la solidarietà e ne è condizione necessaria, anche se non sufficiente, per una società solidale. La solidarietà, a sua volta, dà fondamento e consente comportamenti che rispettino la legalità e costituisce un pre-requisito essenziale alla legalità. La giustizia non rende superflua la carità, né la carità si sostituisce alla giustizia, ma insieme permettono di realizzare il potenziale umano rendendolo responsabile e autonomo, libero e reciprocante.
C’è un’intelligenza pratica data dal metodo che è determinato dall’oggetto a cui ci si rivolge, e questo chiede di essere conosciuto per poter agire, di identificare il fine che dà ordine ai mezzi e guida l’azione, considerando analiticamente le circostanze e le conseguenze per poter rinnovare l’azione stessa nell’oggi che ci è dato.
Il nostro realismo aperto alla speranza sa bene che l’oggetto dell’azione è però la persona umana, che ha l’essere prima di avere, ed è soggetto ricevente ma anche capace di dare. “Essere significa rinnovarsi, crescere, espandersi, amare, trascendere il carcere del proprio io isolato, provare interesse, prestare attenzione, dare” (Erich Fromm).
C’è un ordine, ci sono le relazioni, ci sono i mondi vitali e le società intermedie, c’è la società civile e il ben vivere insieme, che hanno radici profonde nel valore di ciascuna persona e nella comunità.

Nella nostra Costituzione Italiana impregnata di questi valori c’è già dentro tutta la nostra storia, il nostro passato, tutti i nostri dolori, le nostre sciagure, le nostre gioie. Nello spirito di questa la cittadinanza è il modo attivo in cui si esprimono, vengono tutelati e rispettati i diritti inviolabili dell’uomo, insieme ai doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale per il progresso materiale e spirituale della società.
Nella prima parte, dietro i suoi articoli, dobbiamo sentire nella nostra coscienza civica le voci lontane di grandi nomi, “Ma ci sono anche umili nomi, voci recenti! Quanto sangue, quanto dolore per arrivare a questa Costituzione!” (Piero Calamandrei).
Dall’avvio dell’integrazione europea vogliamo che si radichi l’Europa dei popoli, che deve conoscere un nuovo sussulto d’umanità capace di riprendere coscienza della sua eredità e potenzialità per il bene del mondo.
Per senso storico il nostro impegno è per la persona e si alimenta dell’ispirazione cristiana, combattendo l’individualismo e la massificazione, conseguenze della stessa degenerazione del tessuto sociale e culturale di una società. Prospettiva, metodo ed esigenza d’impegno è la persona umana nella sua concreta e trascendente dignità. Attraverso le differenze e le esperienze, i diversi ambiti e ambienti di vita, la formazione si declina come quel rapporto che consente la promozione, lo sviluppo e il bene integrale della persona nella sua unità, unicità e relazionalità. Forza, scopo e criterio di scelta del metodo è dunque saper valorizzare il contributo di tutti affinché ciascuno possa sentirsi protagonista della ricerca del bene di ognuno e di tutti. La formazione è il legame che radica nell’umano il soggetto nel suo stesso fondarsi e che segue l’azione con la via privilegiata della testimonianza di vita. Attraverso di essa scopre che la relazione precede la persona e che in essa si realizza quando si riconosce ed è riconosciuta intrinsecamente soggetto e comunione. Non importa chi semina o chi raccoglie, se si proviene da un’ispirazione o dall’altra, ma conta il frutto dell’affermazione convinta della ragione adeguata alla realtà del primato dell’etica della persona umana sulla ragion politica e sulla ragion economica. Riconoscere il primato della persona distinguendo per unire, significa promuovere organicamente nell’ordine includente la famiglia, la comunità, la società, il lavoro, il mercato, lo Stato, il capitale e la finanza. Il nostro è un pensiero vissuto senza mimetismi e senza filie, continua la via del cattolicesimo democratico e trova nuova sintesi nel popolarismo, per essere con gli uomini di buona volontà, tutti insieme responsabili del futuro.

Del resto ogni ideale per realizzarsi è necessario che assuma forme concrete, scopi e mezzi positivi, che passando per il cuore e la mente di molti, possa prendere forma e colore divenendo movimento e comportamento. Per noi questo cambiamento che è un tendere continuo alla meta, si compie già nel tempo ed è basato sul rispetto della persona umana nella sua libertà responsabile, e ogni sistema immorale viola prima di tutto e sopra tutto questa.
Il nostro paese ha sete di capitale umano. C’è poi sempre più siccità di capitale sociale nelle nostre comunità locali.
L’educazione e la partecipazione civile, l’informazione e la formazione continua, la ricerca e la reciprocità, sono l’acqua con cui inondare le nostre terre irrigando innanzitutto le nuove generazioni.
“Legittimamente si può pensare che il futuro sia riposto nelle mani di coloro che saranno capaci di trasmettere alle generazioni di domani ragioni di vita e di speranza” (Gaudium et spes) che non pesano “il metallo in sé, ma tutto l’essere umano e il suo destino” (Karol Wojtyla, Andrzej Jawien, La bottega dell’Orefice).

Noi crediamo che il meglio debba ancora venire. Crediamo che ci possa essere un impegno giovane e genuino, verso il quale convocare le Nuove Generazioni, che sappiano fare unità nella vita di cuore e critica, di passione e pensiero.
Ci vuole cuore per vivere i nostri valori ogni giorno. Ci vuole passione per portarli avanti senza stancarsi nelle difficoltà. Ci vuole critica per guardarsi intorno e saper riconoscere con coraggio le cose che non vanno. Ed il pensiero per saperle correggere, e far sì che la nostra sia un’azione comune ed efficace.

Noi crediamo e diciamo che la libertà è sale e fondamento della società, che si struttura ed agisce attraverso di essa. La libertà trova la sua guida e limite inscindibile nella verità sull’uomo, altrimenti insieme periscono. Verità e libertà sono aspirazione di ogni cuore. La libertà è valore e metodo, è scelta attiva e concreta, con uomini, idee e progetti. Essa è punto di partenza per le persone e le comunità: per il popolo tutto. Ciò che è vero è anche libero. Abbiamo bisogno di verità su ciò che vogliamo, su dove vogliamo andare. La nostra libertà dobbiamo costruirla con la nostra passione, col nostro pensiero. La libertà genera la dinamica della democrazia nel segno della responsabilità e insieme alla solidarietà. La libertà e la verità innanzi tutto: esse sono l’uomo.

Siamo noi le Nuove Generazioni, nel tempo che è e nel tempo che diviene.
Noi siamo le Nuove Generazioni, ed è questo il nostro tempo.

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