martedì 31 maggio 2011

Se la scuola va in crisi

di Gabriele Paganelli
Responsabile Area Famiglia e Educazione
Associazione Centro Studi Nuove Generazioni

Oggi l’educazione scolastica è considerata solo uno strumento per favorire lo sviluppo economico e privilegia la trasmissione di conoscenze direttamente spendibili sul mercato. Per formare cittadini democratici in grado di migliorare il mondo presente, al contrario, bisognerebbe costruire un sapere critico, incentivare la conoscenza dei diversi gruppi umani e stimolare la capacità di mettersi nei panni degli altri.

mercoledì 25 maggio 2011

Fare "rete" per lo sviluppo del welfare locale

di Vincenzo Caiazzo
Vice presidente regionale delle ACLI Emilia Romagna con delega al Patronato ACLI ed al Welfare. Iscritto alle ACLI dal 1953 nella provincia di Modena dove vive e ha ricoperto svariati incarichi sia a livello provinciale che a livello di Circolo territoriale. A Modena, a livello provinciale si occupo di formazione, attività che svolge anche professionalmente (vedi sito: www.vincenzocaiazzo.it) e che ritiene debba essere la base di ogni attivita sociale (e non solo).

Prima di addentrarmi nello schema organizzativo del fare "rete", desidero aggiornarvi sul come noi del 3° settore del volontariato ci stiamo muovendo.
Il terzo settore del volontariato è valutato come uno strumento efficace per rispondere ai bisogni concreti delle persone e delle comunità, ma non ha voce nel prospettare un autonomo disegno della società.
A Modena abbiamo iniziato una riorganizzazione interna per costruire una forte rappresentanza territoriale con lo scopo di avere un maggior impatto sugli interlocutori e sui portatori d’interesse.
Da questo nuovo impulso, che crediamo di riuscire ad avere, vorremmo creare dei forum distrettuali che possano diventare luoghi di confronto e partecipazione nei vari territori per costruire assieme (tutte le parti sociali) il nuovo modello di welfare.
Ovviamente il principio che ci guiderà sarà la "sussidiarietà" come punto di partenza delle iniziative di politica sociale, riconosciute dalla società civile.

L’obiettivo principale si raggiunge attraverso passaggi intermedi quali:
ascolto e confronto sul tema della partecipazione e della rappresentanza delle varie voci e varie idee del terzo settore modenese;
favorire la conoscenza e le relazioni di fiducia reciproca con le organizzazioni dei diversi territori con cui si entrerà in contatto;
aumentare il confronto e la circolazione di buone prassi tra le organizzazione del terzo settore, le consulte, ed i coordinamenti territoriali sul tema della partecipazione e della rappresentanza;
garantire al volontariato un elevato livello di partecipazione al processo formativo inerente ai piani di zona previsti dall’art. 19 della legge 328/00.

Il Forum provinciale, a questo proposito, ha attivato un apposito “gruppo di lavoro” sul welfare che sta lavorando da alcuni mesi e che elabora idee e proposte da sottoporre: alle istituzioni, ai diversi tavoli a cui saremo chiamati a discutere (es. Stati Generali del comune di Modena) e nel dibattito interno al mondo del 3° settore.
Le idee, le richieste ed i suggerimenti che questo gruppo sta esprimendo sono estremamente interessanti, ma spesso mancano di "gambe per camminare".
Come detto sopra, il terzo settore si presenta autorevole, serio, capace di sedere ai tavoli non solo per difendere i propri "orticelli", ma mettendo in campo il patrimonio di relazioni, le idee che possiede...

I soggetti del Terzo Settore (e non solo) sono chiamati a misurarsi con la realtà concreta e con le criticità, anche nuove, che il presente scenario di crisi propone.
E’ necessario accompagnare la riaffermazione delle linee della visione di welfare con la capacità di rendere più espliciti e percepibili gli elementi di specificità che si ritengono caratterizzanti sia rispetto al proprio ruolo che rispetto al proprio contributo:
l’essere soggetti capaci di innovazione sociale;
l’essere motore di partecipazione dei cittadini alla vita del territorio;
l’essere fattore di sviluppo economico del territorio.

mercoledì 18 maggio 2011

Nel Cuore della Realtà
Giovanni Paolo II e le nuove generazioni


Anche quest’anno si è celebrata l’8 Maggio la Giornata dell’Università Cattolica in tutta Italia. Ciononostante, in molte Diocesi la celebrazione è stata posticipata di alcuni giorni. Nel caso di Rimini, abbiamo deciso di fare coincidere tale giornata dal titolo “Nel cuore della realtà” - incentrata sulle giovani generazioni - con la rassegna “Giovani & Testimoni” ideata dal Centro Studi Nuove Generazioni.

Proprio l’espressione di padre Gemelli, Nel cuore della realtà, scelta come tema della Giornata dell'Università Cattolica, indica chiaramente la volontà di fare grata memoria delle figure e delle vicende più rilevanti per il nostro passato e, nel contempo, di affrontare con rinnovato coraggio le prossime sfide nel campo dell’educazione e della ricerca scientifica, a cui risponderemo con sempre maggior determinazione in forza della vicinanza nella preghiera e dei gesti di concreta amicizia che i fedeli delle diocesi italiane anche quest’anno non ci faranno mancare.
Ai giovani, soprattutto, vogliamo dedicare il nostro impegno e la nostra attenzione: è sulle generazioni di domani, infatti, che occorre scommettere senza esitazioni, aiutandone la formazione integrale sia professionale sia umana in vista di un modello di sviluppo realmente a favore della persona e della vita. Come ricorda Benedetto XVI – che il 21 maggio riceverà in udienza la nostra famiglia universitaria nel momento culminante delle celebrazioni del 90° – «la ricerca di Dio e la disponibilità ad ascoltarLo, rimane anche oggi il fondamento di ogni vera cultura».
L'educazione ha bisogno e passa attraverso testimoni: Giovanni Paolo II, Vescovo del Mondo e Papa dell'incontro, lo è stato per tanti: per i giovani, per i lavoratori, per famiglie, l'apostolato dei laici, gli scienziati e gli artisti, le altre religioni, ecc
L'evento a Rimini sarà realizzato in collaborazione dal Centro Studi Nuove Generazioni, dal Centro Culturale Paolo VI, dal Circolo ACLI Società Libraria e dal Centro Culturale Cattolico Bilancia dell'Orefice.
L'incontro si svolgerà in data 22 Maggio dalle ore 16:00 alle 18:30 nella Sala del Giudizio presso i Musei Comunali, via Tonini 1, Rimini, ed il sottotitolo sarà “Giovanni Paolo II e le nuove generazioni”, dove presenteremo la figura del Beato Papa Woijtila attraverso gli interventi di padre Dario di Giosia che tratterà a partire dal suo libro sulla Pastorale Giovanile gli aspetti di antropologia della gioventù, formazione etica ed impegno socio-caritativo e del prof. Alessandro Ghisalberti che, partendo dalla propria esperienza di conoscenza personale di Karol Woijtila e da alcuni interventi tenuti dallo stesso Papa durante le udienze private ai giovani della Università Cattolica, si occuperà di trattare i temi relativi al progetto educativo, la carità intellettuale e l'impegno civile che ne scaturisce. Infine è previsto un intervento in videoconferenza dall'Eremo di Sant'Alberico, del frate francescano ora eremita Fratel Michele Falzone, che racconterà dell'aspetto vocazionale che egli stesso ha dovuto in gioventù alla figura di Giovanni Paolo II.
La giornata sarà organizzata in questo modo:
• Ore 16:00 a 16:15 - Saluto del Vescovo
• Ore 16:15 a 16:30 - Lettura del messaggio della Giornata ed introduzione alla figura di GP II
• Ore 16:30 a 16:45 - Proiezione scene su GP II e commento a più voci
• Ore 16:45 a 17:15 - Intervento padre Dario di Giosia
• Ore 17:15 a 17:45 - Intervento prof. Alessandro Ghisalberti
• Ore 17:45 a 18:15 - Intervento in videoconferenza Fratel Michele Falzone
• Ore 18:15 a 18:30 - Domande

Centro Studi Nuove Generazioni
Centro Culturale Paolo VI
Amici dell’Università Cattolica
Circolo ACLI – Società Libraria
Centro Culturale Bilancia dell’Orefice








Prof. Alessandro Ghisalberti
Padre Dario di Giosia
Antonio Polselli (Presidente Paolo VI)
Assessore Samuele Zerbini
Carlo Pantaleo (Presidente Associazione Centro Studi Nuove Generazioni)
Fratel Michele Falzone, Michele Giovannetti  (Presidente Circolo ACLI Società Libraria) e altri

Sull'incontro è stato pubblicato un articolo a firma Isabella Rinaldi sul settimanale ilPonte del 5 giugno 2011



Il Beato Karol Wojtyla, grande anticonformista, singolare comunicatore di una diversa Modernità

di Luciano Nicastro - Filosofo e sociologo
Professore di Filosofia della Religione - Facoltà Teologica di Sicilia a Palermo

Da Insieme - quindicinale cattolico on line del 21 maggio 2011

Il numero della Rivista di MicroMega dei classici 2011 è stato dedicato a Papa Giovanni Paolo II considerato sostanzialmente come il testimone di una svolta restauratrice nella storia della Chiesa Cattolica del Novecento. Non tutti i saggi della pubblicazione sono di una unica intonazione ma tra tessere, luci e ombre, si compone mediaticamente un mosaico praticamente negativo con lo scopo di dimostrare il titolo pregiudiziale della Rivista e precisamente che Karol Wojtyla sia stato Il Grande Oscurantista. Questa pubblicazione, a ben vedere, si è rivelata un tentativo giornalistico redazionale affrettato di fare un sereno bilancio di un Grande e complesso Pontificato che si iscrive non solo per la quantità di anni di servizio petrino, legato alle quattro stagioni della vita del Papa Polacco, ma anche per la Sua qualità umana e spirituale, coraggiosa e dialogica in una prospettiva lineare e profonda di fedele continuità con il Grande Papa Paolo VI, pontefice del Concilio e del Dialogo.
Papa Karol ha guidato la barca di Pietro con tutta la sua Memoria senza nascondere a tutti l’identità fedele e la vocazione millenaria di una testimonianza necessaria del Cristo Risorto verso nuovi orizzonti fraterni all’inizio del terzo millennio di un mondo globale.
Forse continua a nuocere a MicroMega l’ottica insistita di un radicalismo individualista borghese che si autopropone come referente culturale e missionario di un neo-illuminismo senza tormento, dubbio e criticità come il nobile esempio di Norberto Bobbio lascerebbe indicare.

martedì 17 maggio 2011

Memoria di Dom Helder Camara
Profeta per i nostri giorni

Venerdì 20 Maggio 2011 ore 20,45
Sala Riunioni “Biblioteca Zucchini” Via Castellani 25, Faenza

incontro con Marcelo Barros
Teologo e biblista brasiliano

• A.M.I. - Faenza • Mani Tese - Faenza • Pax Christi - Faenza •
• Centro di Documentazione don Tonino Bello - Faenza •
• Ordine Francescano Secolare - Faenza •
• Società Cooperativa di Cultura Popolare - Biblioteca Zucchini •
• Centro Diocesano per la Pastorale Sociale, la Giustizia e la Pace •

Fondazione Giovanni delle Fabbriche
Per informazioni:
Pax Christi, 333 4616359
Società Cooperativa di Cultura Popolare, 347 1453029

Dom Helder Camara nacque a Fortaleza, in Brasile, nel 1909 e, ordinato sacerdote nel 1931, divenne Ausiliare del Cardinale di Rio de Janeiro. Fu chiamato, da allora, “Vescovo delle favelas”, i quartieri poveri che cingono la megalopoli brasiliana in un cerchio di miseria e di fame.
Nel 1955 divenne il primo Vice-Presidente del Consiglio Episcopale Latino Americano (CELAM) e per dieci anni si interessò della problematica religiosa e sociale del continente. Nel 1964 fu eletto Arcivescovo di Recife, la capitale del Nord-Est brasiliano, la regione più povera di tutto il paese.
Padre Conciliare (1962-1965), partecipò alle quattro sessioni del Concilio Ecumenico Vaticano II. Avvicinato, conosciuto e stimato da molti Padri Conciliari, iniziò un trentennio di viaggi, discorsi, interviste ai giornali e massmedia di tutto il mondo. La sua passione per i poveri trovò nelle condizioni miserabili di migliaia di agricoltori e operai lo stimolo immediato per un’azione illuminata e profonda.
Il fuoco della sua testimonianza evangelica fu caratterizzato dalla spiritualità del Cristo povero e dall’opzione preferenziale per i poveri. Lasciò la diocesi il 2 aprile 1985, per raggiunti limiti di età, vivendo fino alla morte, avvenuta il 27 agosto 1999, nell’appartamento popolare in cui si era trasferito all’inizio del suo ministero episcopale a Recife.

Marcelo Barros (1944) è monaco benedettino brasiliano, teologo e biblista. Entra nel monastero benedettino di Recife a 18 anni. Dal 1967 al 1969, senza staccarsi dal monastero, è stato membro di una comunità ecumenica, abitando con i fratelli di Taizè a Olinda. Fu ordinato sacerdote nel 1969 dall’arcivescovo dei poveri, dom Helder Camara, di cui divenne stretto collaboratore per la pastorale giovanile e per l’ecumenismo. Dopo avere passato vari anni nel monastero di Recife si sposta in quello di Curitiba per poi fondare, 30 anni fa, insieme ad altri monaci, il monastero dell’Annunciazione a Goias, nel centro del Brasile.
È stato tra i fondatori del CEBI, centro studi biblico, assessore della Commissione Pastorale delle Terra (C.P.T.) e delle Comunità Ecclesiali di Base (C.E.B.s), espressioni della Conferenza Nazionale dei Vescovi Brasiliani (C.N.B.B.). È membro dell’associazione ecumenica dei teologi del Terzo Mondo-Asett. Ha scritto 40 libri, undici dei quali tradotti in Italiano.

domenica 15 maggio 2011

La Costituzione Italiana luce orientante di una cultura e di una politica contro il totalitarismo

Intervista al prof. Luciano Corradini
professore emerito nell’Università di RomaTre
a cura di Rinaldo Stracquadanio
per la rivista Magister, Anno 2, n.1

Il dpr firmato da Aldo Moro nel 1958 prevedeva, per l‘educazione civica, due ore al mese affidate all‘insegnante di storia, senza voto distinto. Oggi, in assenza di una sperimentazione e di una decisione ministeriale in merito, siamo in certo senso più avanti, perché ne parla una legge, ma in certo senso più indietro, perché non c‘è alcuna norma applicativa della volontà della legge. Occorre molta buona volontà per applicarne lo spirito, oltre le limitazioni di orario.

D. Come risolvere il dilemma?
R. Se la casa si è rimpicciolita per ragioni di emergenza, ci si stringe. Ma si vuole veramente bene, non solo in termini affettivi, alla Costituzione? Come si può promuoverne la conoscenza limitandosi a farne qualche cenno in storia? Quanto alle competenze sociali e civiche di cui parla chiaramente l'Europa, tutti sanno che c‘è in Italia un grande analfabetismo etico, giuridico, politico, come c'è analfabetismo linguistico in molte persone insospettabili, perfino in Università. Non per questo si abolisce l'italiano. Perché non dare spazio anche all'area etico-politico-giuridico-economica, avendo come carta di navigazione la Carta costituzionale?

D. Cosa possono e debbono fare i docenti?
R. Bisogna insegnare a imparare, a pensare i fatti in relazione ai principi, e viceversa. E' come accorgersi che metà della finestra è aperta, per evitare di sbattere contro i vetri chiusi, come fanno i mosconi. Certo gli insegnanti non devono presentarsi agli studenti come partigiani di tesi precostituite e fare battaglie politiche in classe. Ma non possono neppure chiudere gli occhi davanti alla realtà e alle domande dei ragazzi.
Non si tratta di indottrinare i ragazzi con una sorta di “catechismo di stato” come paventa un Ernesto Galli della Loggia, editorialista del Corriere della Sera. La Costituzione non è un feticcio immutabile, ma un bene prezioso da comprendere come conquista fatta faticosamente e da utilizzare come luce orientante di una cultura e di una politica che non vogliano più ricadere nella barbarie del totalitarismo.

sabato 14 maggio 2011

Il 1° Maggio nel segno di Giovanni Paolo II

di Floriano Roncarati
Collaboratore a diverse testate giornalistiche, è componente dell’Ufficio Stampa della FID; conduce dagli Studi dell’emittente “Ciao Radio” di Bologna la trasmissione sportiva “Fari puntati su…” e cura una rubrica di motorismo, è membro dell’”Osservatorio regionale sull’associazionismo di promozione sociale” della Regione Emilia – Romagna ed è componente della “Lega Pensionati Cisl San Vitale – Bologna”

La “Festa del lavoro” o “Festa dei lavoratori” celebrata il 1º maggio intende ricordare l’impegno del movimento sindacale ed i traguardi raggiunti in campo economico e sociale dai lavoratori; la festa del lavoro è riconosciuta in molte nazioni del mondo.

L’origine della festa del 1° Maggio risale ad una manifestazione organizzata a New York il 5 settembre 1882 negli Stati Uniti dai “Cavalieri del lavoro” “Knights of Labor”, un’associazione fondata nel 1869. Due anni dopo, nel 1884, in un’analoga manifestazione i “Cavalieri del lavoro” approvarono una risoluzione affinché l’evento avesse una cadenza annuale. Altre organizzazioni sindacali affiliate all’Internazionale dei lavoratori, vicine ai movimenti socialisti ed anarchici, suggerirono come data della festività del 1° maggio.
Questa celebrazione assume nel 2011 un particolare significato nella ricorrenza del 150° anniversario dell’Unità d’Italia e della beatificazione di Giovanni Paolo II. Come ha ricordato Raffaele Bonanni: “lo straordinario evento della beatificazione di Karol Wojtyla, il ‘Papa operaio’, l’umile servitore di Cristo che condivise l’esperienza del lavoro di manovale in una cava di calcare negli anni terribili della guerra e della occupazione tedesca in Polonia.