lunedì 10 gennaio 2011

Giovani e lavoro: speranza di Rimini 2011

di Carlo Pantaleo
Presidente Associazione Centro Studi Nuove Generazioni

Ci auguriamo che nel 2011 la nostra città investa di più su “Giovani e innovazione, motore dello sviluppo”: è sano e arricchente per le persone, l'economia e la società intera. Questo è stato anche il contributo alla riflessione, visionabile sul sito nazionale, che abbiamo portato alla 46ª Settimana Sociale dei Cattolici Italiani che aveva come tema: un’agenda di speranza per il futuro del Paese.
Si sta lavorando (anche sul vostro TRE ne avete parlato) per portare a Rimini degli Incubatori d'Impresa: sarebbe un passo importante, ma che finirebbe subito se la società tutta non investisse su di essi. Il ruolo dei capitali di ventura è questo: investire su giovani idee, affinché crescano robuste e offrano lavoro qualificato e sviluppo.
A Rimini si registrano avviamenti al lavoro ancora più bassi rispetto a due anni fa e aumentano troppo i contratti a tempo determinato. A causa della crisi persino i consumi dei generi di prima necessità si riducono. Inoltre c’è la paura di perdere il lavoro a causa dell’esaurimento della cassa integrazione, le cui ore sono aumentate esponenzialmente. La fotografia non porta buone notizie per l'occupazione: significa che crescono le situazioni a rischio chiusura o ristrutturazioni. Non sono di certo migliori le notizie per i laureati, la cui domanda da parte delle imprese locali continua ad essere inferiore tanto alle richieste regionali che nazionali.
I giovani completano gli studi, entrano nel mondo del lavoro, mettono su casa, formano la loro famiglia assai più tardi di prima. Pur vivendo bene, in larga misura grazie alle risorse dei genitori, contano poco nella società, nelle professioni, nella politica, nella ricerca e nelle imprese. Con pochi giovani, scarsamente valorizzati e non considerati per l'impegno che ci mettono e il valore aggiunto che portano, il nostro Paese appare stanco e incapace di slancio, e non all’altezza di uno scenario globale che non fa più sconti a nessuno. Bisogna attivarsi a livello locale per incentivare la formazione e l’assunzione di giovani qualificati.
Crediamo che su questo sia necessario un segnale in controtendenza per ridare più speranza a tutti: se vogliamo risolvere problemi nuovi, dobbiamo proporre nuove soluzioni. Il nostro augurio è questo: che dal primo gennaio, tutti sappiano che ogni soldo investito nei giovani è un soldo messo da parte per un futuro più sereno di tutta la città.

Articolo pubblicato sul settimanale "ilPonte" del 9 gennaio 2011

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Potete trovare il documento completo “Intraprendere: Giovani e innovazione, motore dello sviluppo”, sul sito della 46° Settimane Sociali dei Cattolici Italiani nella pagina relativa ai "Contributi alla riflessione" cliccando QUI.

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