sabato 17 aprile 2010

Sei incinta? Non sei sola...


NOTA sul
PROTOCOLLO DI INTESA TRA L’AZIENDA A.Usl DI RIMINI, I COMUNI, LE ASSOCIAZIONI DI VOLONTARIATO E I PATRONATI E SINDACATI DELLA PROVINCIA, PER L’INFORMAZIONE E L’ASSISTENZA ALLE DONNE IN STATO DI GRAVIDANZA

a cura di Carlo Pantaleo
Associazione Centro Studi Nuove Generazioni

Nessuno resti solo!
Un aiuto concreto per un figlio che nasce e ai genitori
Per non lasciare soli madri e padri proprio quando sono in attesa di un figlio, come Nuove Generazioni abbiamo collaborato a dare vita a un libretto con tutte le informazioni utili e i recapiti a cui rivolgersi, per trovare aiuto e permettere di portare a termine la gravidanza. Il nome è “Sei incinta? Non sei sola...”.
E' stato realizzato -per la prima volta- in una vasta rete assieme alle altre associazioni di volontariato quali il sindacato, il patronato, i consultori dell’Azienda Unità Sanitaria Locale, Caritas diocesana e parrocchiali, ACLI, Centri di Aiuto alla vita e Movimento per la vita, associazione Comunità Papa Giovanni XXIII° e associazione Medicina e Persona, Associazione Scienza & Vita, i farmacisti e i Comuni presenti sul nostro territorio riminese, in particolare con i Centri per le famiglie.
Questo tavolo di confronto è partito sin dal 2005 tra differenze e “convergenze”: un dialogo tra pubblico e privato sociale non sempre facile ma reso possibile dalla buona volontà delle parti, che “pur partendo da presupposti culturali ed esperienziali diversi”, hanno avvertito l’urgenza di questa collaborazione per raggiungere il comune scopo del bene per la donna e per il suo bambino. Consapevoli che la maternità e la paternità sono un bene inestimabile, essi devono essere riconosciuti anche quando giungono inaspettatamente o si presentano in condizioni personali difficili; inoltre l’aborto è sempre un’esperienza “dolorosa e incancellabile”, una sconfitta per tutti, sempre e comunque.
Convinti dopo questi anni di impegno che la collaborazione reciproca possa dare un contributo importante per l’incremento di una cultura di accoglienza alla vita, si cerca di dare una possibilità di speranza concreta e di costruire con le risorse che abbiamo e che mettiamo in “rete”, una società non solo capace di accogliere tutti ma anche desiderosa di farlo. Da qui è nato il bisogno di approfondire alcuni temi a riguardo con delle tavole rotonde pubbliche, che abbiamo realizzato in collaborazione e che hanno sempre avuto una pluralità di voci. I temi trattati sono stati i seguenti:
nel 2006 “Maternità, una scelta da difendere e sostenere. Le politiche familiari, il ruolo degli enti pubblici e del volontariato a servizio della donna in gravidanza”;
nel 2007 “La gioia e il dolore nell'esperienza del parto. Utilità e limiti dell'analgesia”;
nel 2008 “L'alba dell'io. Utilità e rischi della diagnosi prenatale”.

A chi si trova a vivere una gravidanza difficile o non desiderata, a chi è in condizioni di difficoltà economica, di disagio familiare e di emarginazione, trova dunque in questo sussidio l'informazione necessaria e i primi aiuti. Questo agile strumento verrà messo a disposizione presso i medici di base, i ginecologi, i consultori pubblici e privati, le associazioni, i patronati, i comuni, le farmacie, i centri per la famiglia, le imprese, ecc.., e sarà tradotto anche nelle principali lingue straniere. Utilizzeremo tutti i media possibili e faremo di tutto per promuoverlo: dalla stampa ufficiale a quella interna, da una campagna di comunicazione ai siti internet.
Nei vari luoghi si troverà una locandina che informa dell'iniziativa e in cui vi si legge: “SEI INCINTA? NON SEI SOLA. Qui puoi trovare un opuscolo con tutte le opportunità di legge gli enti, le istituzioni e le associazioni di volontariato alle quali rivolgerti per avere aiuto e sostegno, per poter vivere con serenità la tua gravidanza”.

Non ci si è limitati a mettere dei loghi o recapiti anonimi, ma vi si troveranno numeri di telefono e indirizzi anche personali, indicazioni sulla specificità di aiuto di ognuna delle associazioni e istituzioni a cui rivolgersi anche nelle emergenze. Inoltre verranno spiegate le tutele, l’assistenza e i sostegni previsti dalle leggi, in particolare in ambito lavorativo e se si è stranieri.

Si informa anche che la legge italiana consente l’affido familiare temporaneo, e se proprio non si può fare altrimenti, la scelta pur sempre coraggiosa rispetto l’aborto, di non riconoscere il bambino e lasciarlo anonimamente in ospedale senza alcun problema, per poi essere adottato da una famiglia che se ne prenderà cura.
Inoltre all'interno del libretto vi si trovano dei grafici che “a colpo d'occhio” ben spiegano le tutele esistenti per madri e padri, queste vengono ordinate in funzione dell'età del figlio e informano anche riguardo le retribuzioni.

L'obiettivo è dunque di informare che la legge tutela la donna durante e dopo la maternità, garantisce anche i padri riguardo diritti e tutele uguali a quelle dell'altro genitore, riconosce il diritto del bambino ad un'adeguata assistenza.
In particolare l'apporto del sindacato e dei patronati riguarda proprio il riconoscere il valore sociale del lavoro di cura e di stabilire pari opportunità reali tra i sessi, rendendo esigibili le tutele anche sul posto di lavoro e combattendone le discriminazioni. Inoltre si vuol far conoscere alla donna che lavora “in nero”, che può far valere i suoi diritti di lavoratrice e di madre e ottenere un supporto per la regolarizzazione della sua condizione lavorativa.

La nostra vuole essere un'esperienza “pilota” che aprirà a sua volta e necessariamente ad altri tavoli di lavoro su temi precisi come la casa, gli asili e le nuove povertà. Vi sarà una verifica periodica del lavoro svolto, dei risultati, dei miglioramenti e degli aggiornamenti possibili. Inoltre questa “rete di fatti ed esperienze” vuole essere ripetibile non solo per Rimini, ma anche per la Regione e a livello nazionale, confrontandosi sui risultati emersi con altre iniziative analoghe.

In seguito sarà realizzato un opuscolo per l’informazione-formazione degli operatori, pubblici e privati, di cui una parte cura gli aspetti legislativi ed economici per averne un quadro completo nei dettagli, e l’altra esplicita con delle schede dettagliate l'opera dei singoli soggetti operanti nel territorio, da usare come un prontuario per il pronto intervento.
Le Associazioni di volontariato si impegnano a fornire senza scopo di lucro e senza alcuna discriminazione l’informazione e l’assistenza alle donne che a loro si rivolgeranno in relazione alla natura e alla tipicità delle problematiche di ciascuna, operando in stretta collaborazione tra di loro e con i Servizi Pubblici.
Il Protocollo di intesa firmato prevede la possibilità per altri soggetti, anche di istituzione successiva all’apertura del suddetto tavolo, di aggiungersi. Altro aspetto fondamentale previsto è la verifica annuale del lavoro svolto che permetterà la prosecuzione periodica del tavolo di confronto per monitorare l’attività svolta e valutare eventuali nuove iniziative. Infatti, una volta l’anno le parti aderenti redigeranno di comune accordo un rapporto che sarà esaminato congiuntamente per essere successivamente pubblicato sugli organi di informazione. Si indicherà l’attività svolta, i risultati ottenuti e le difficoltà incontrate onde correggere eventuali errori e introdurre nuove e più efficaci iniziative.

La nostra, purtroppo, è una società che non ama la famiglia, al limite interviene solo in pochi casi estremi di grande povertà e difficoltà. Oltre alla mancanza di politiche organiche a sostegno della natalità, in quanto spesso ci si scarica la coscienza limitandosi a chiedere una vuota delega per la famiglia, rimane grave il problema della soppressione diretta di vite innocenti tramite l’aborto, una sofferenza e una sconfitta comunque per la donna, per il partner, per la vita e per la stessa società. Dare alla luce un figlio oppure no, non saranno mai due scelte da mettere sullo stesso piano. Non saranno mai equivalenti o indifferenti!

Per completezza d’informazione si ricorda che il numero complessivo di interruzioni volontarie di gravidanza effettuate nei presidi pubblici della provincia, nei tre anni, è stato il seguente:
anno 2005, 974 ivg di cui: 347 di donne residenti in provincia, 241 di donne residenti fuori provincia, 386 di donne straniere;
anno 2006, 1.018 ivg di cui: 340 di donne residenti in provincia, 243 di donne residenti fuori provincia, 435 di donne straniere;
anno 2007, 930 ivg di cui: 329 di donne residenti in provincia, 184 di donne residenti fuori provincia, 417 di donne straniere.
Le donne che in seguito ai colloqui con le ostetriche o con le assistenti sociali dei consultori hanno rinunciato ad interrompere la gravidanza, sono state 75 nel 2005, 90 nel 2006 e 96 nel 2007.
I Consultori dell’A.Usl effettuano oltre 53mila prestazioni l’anno, quelle legate all’ambito materno è pari al 39 per cento del totale, il 56 per cento del totale è costituito da prestazioni di natura ginecologica e di natura sociale (attraverso la collaborazione coi servizi sociali degli enti locali e con la rete del volontariato), e il 5 per cento delle prestazioni è legata alle interruzioni volontarie di gravidanza.
Talvolta vi sono gravi drammi umani dietro a questi numeri, ma spesso vi si ricorre con leggerezza oppure le cause sono sempre più legate ad aspetti economici, lavorativi e di ordine pubblico, soprattutto per le straniere. Per questo dopo tanti anni di scontro dall’approvazione della legge 194, si vuole cercare almeno di dare attuazione a quegli articoli della stessa legge che si pongono sul versante della tutela della maternità e dell’aiuto alle donne. Un sostegno concreto, previsto all’articolo 5 della stessa legge, dove i consultori e la struttura socio sanitaria in collaborazione con le associazioni di volontariato, ha il compito di aiutare a rimuovere le cause che porterebbero all’interruzione di gravidanza, a far valere i diritti di lavoratrice e di madre, di promuovere ogni opportuno intervento atto a sostenere la donna e il padre, offrendo tutti gli aiuti necessari sia prima che dopo il parto.

Come affermava Romano Guardini “questo prendersi cura, laddove si tratta della vita in divenire, assume uno speciale carattere, per tutta la vita umana”, ma anche per Alexander Langer: “non è possibile non definire spaventoso il numero di aborti praticati e cercarvi rimedi, e non riconoscere un dovere etico di prevenire ed evitare la scelta dell'aborto, come tante altre scelte contrarie alla vita”, partendo dalla considerazione che interruzione di gravidanza non significa certamente accettarla “come valore positivo o come scelta eticamente indifferente”.
La civiltà di un popolo si misura dalla capacità di riconoscere ed aiutare la vita, quale bene e diritto fondamentale per sé e per gli altri, che ci è donato e che merita ogni giorno responsabilità, rispetto, servizio e amore. La vita non è un neutrale trattino tra due date, né tanto meno si deve arrivare a considerarla un pesante peso da sopportare a malapena. Essa è dono e compito, prima di tutto per i genitori, ma anche per l'intera società.
Davanti alla piaga dell’aborto tutti siamo chiamati, laici credenti o meno, a fare ogni sforzo per accogliere la vita, aiutare le donne, non eclissare o lasciar fuggire i padri. La vita viene prima di ogni altra cosa nonostante il sostanziale indebolimento della percezione del suo valore e dignità. Il rispetto alla vita, infatti, comincia dalla tutela della vita di chi è più debole e indifeso. Rispettare e amare la vita significa fare tutto il possibile per salvarla. Quando pensiamo al nascituro vogliamo perciò pensare a un essere umano che ha il diritto, come ogni altro essere umano, a vivere e a ricercare la libertà e la felicità in una famiglia.
Il nostro compito è accompagnare la persona che incontriamo nell’esperienza fondamentale della gravidanza. Questa necessariamente coinvolge tutto il suo vissuto personale e sociale, piegando il futuro sul presente. Fargli vedere tutta la realtà di questa esperienza naturale che se si riconosce come dono e gli si resta fedele anche di fronte ai momenti di dolore e di fatica, vuol dire aiutarla a comprendere da sè come in essa realizza sé stessa.
Vincere le solitudini per aiutare a diventare genitori vuol dire riconoscere che c’è fedeltà al futuro solo se si parte da quel legame di amore e dono reciproco che unisce genitori e figli.

Accogliere una vita che nasce è l’esperienza più bella per ogni madre e padre ed il primo dono al figlio, rinunciando al quale muore anche una parte di se stessi.


Clicca qui per scaricare l'opuscolo "Sei incinta? Non sei sola..."


Comunicato stampa congiunto sul Rapporto-monitoraggio per l'informazione e l'aiuto alla maternità a Rimini (febbraio 2011)

Al fine di rendere sempre più efficace l’opera di rimozione degli ostacoli ad una maternità libera e consapevole, l’Azienda Usl, gli Enti Locali, le Associazioni pro-life del territorio, i Sindacati e i Patronati hanno attivato, nel 2004, un tavolo di confronto per individuare strumenti efficaci a questo scopo.
Questi sono gli esiti del monitoraggio realizzato.

Clicca qui per scaricare gli esiti del monitoraggio

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Pubblichiamo dal sito dei Consultori Familiari dell'Emilia Romagna (www.consultoriemiliaromagna.it), un estratto dal convegno 30 anni di applicazione della Legge 194 in Emilia-Romagna: riflessioni e proposte che si è tenuto a Modena il 24 novembre 2009, con la presentazione "Le buone pratiche di integrazione sociale e sanitaria nell'applicazione della Legge 194: Esperienza di Rimini".

A più di 30 anni dalla promulgazione della Legge 194/78 il Convegno è stata un'occasione per riflettere sui risultati conseguiti, sulle questioni ancora aperte e nuove su cui occorre discutere per programmare opportuni interventi. Nel convegno sono stati presentati i dati regionali sull'interruzione volontaria di gravidanza dall'introduzione della legge a oggi, il percorso di valutazione delle prassi assistenziali fino ad ora utilizzate, le nuove proposte prodotte dai gruppi di lavoro regionali e le buone pratiche di integrazione socio-sanitaria realizzate.

Clicca qui per scaricare la presentazione

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