giovedì 4 agosto 2011

La Fiat da "prima industria italiana" a "principale azienda del nostro paese"

di Floriano Roncarati
Collaboratore a diverse testate giornalistiche, è componente dell’Ufficio Stampa della FID; conduce dagli Studi dell’emittente “Ciao Radio” di Bologna la trasmissione sportiva “Fari puntati su…” e cura una rubrica di motorismo, è membro dell’”Osservatorio regionale sull’associazionismo di promozione sociale” della Regione Emilia – Romagna ed è componente della “Lega Pensionati Cisl San Vitale – Bologna”

Al “XXXI Meeting per l’amicizia fra i popoli” di Rimini si è svolto l’incontro con Sergio Marchionne che aveva come tema “Saper scegliere la strada”. Riporto le mie riflessioni da testimone di un incontro convinto che ha rappresentato un episodio storico per il futuro dell’industria italiana e per il movimento dei lavoratori del nostro paese. Illustro le impressioni come hanno fatto tanti commentatori, traendone conclusioni diverse soprattutto in funzione degli “schieramenti militati”; comunque per testimoniare l’importanza dell’evento è sufficiente esaminare le prime pagine dei quotidiani del giorno successivo. Le affermazioni fatte dal numero uno della Fiat in terra di Romagna hanno letteralmente “inondato” le prime pagine dei giornali nazionali. La platea era gremita, tantissimi i giovani, parecchie le ragazze, accorsi ad ascoltare Sergio Marchionne; da Rimini è partito un messaggio che aveva come destinatario non solo il popolo del Meeting, ma l’intero paese.

All’indomani dell’incontro di Sergio Marchionne a Rimini riferivo “le mie riflessioni da testimone di un incontro convinto che ha rappresentato un episodio storico per il futuro dell’industria italiana e per il movimento dei lavoratori del nostro paese.” Sulla riviera romagnola l’Amministratore Delegato della multinazionale delineava un percorso che inizia ad avere attuazione: commentavo “La Fiat da “prima industria italiana” a “principale azienda del nostro paese””.

L’attuale assetto dell’aggregazione delle industrie fondata nel lontano 1910 verrà per forza di cose “ristrutturato” per adeguarsi alle mutate circostanze, riducendone in generale l’entità; la “riformulazione”, oltre a concernere i “numeri”, lo sarà soprattutto sul piano della “rappresentatività” e del “peso politico”. La creazione delle nuove realtà di Mirafiori e Pomigliano, fuori dal “sistema Confindustriale”, non rappresenta un fatto tecnico, ma squisitamente politico; questo determina inevitabilmente un nuovo corso delle relazioni industriali in Italia e pertanto deve riguardare anche le Istituzioni ed il Governo del nostro paese.

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