di Anselmo Palini
Vi invio, per l'area Testimoni, un articolo su Franz Jägerstätter, un giovane contadino austriaco, recentemente beatificato, che si rifiutò di entrare nell'esercito tedesco.
Pochissime persone in Germania e in Austria si rifiutarono, durante la seconda guerra mondiale, di arruolarsi nell’esercito nazista. Fra queste emerge la figura di Franz Jägerstätter, un contadino austriaco che venne giustiziato appunto perché rifiutò di prestare servizio militare nell’esercito di Hitler.
Nel corso del 1993, nel cinquantesimo anniversario della morte, sono state avviate dalla diocesi di Linz le procedure per chiedere l’apertura del processo di beatificazione per Franz Jägerstätter. Questo fatto ha significato un riconoscimento ai massimi livelli della figura e del martirio di Franz Jägerstätter.
Certamente, però, per molto tempo la persona e le azioni di questo contadino austriaco sono state valutate diversamente e non hanno ottenuto quel riconoscimento che certamente meritano.
- L’ambiente di vita
- Il giovane Franz Jägerstätter
- Un momento fondamentale nella vita di Franz Jägerstätter:
il matrimonio con Franziska Schwaninger
il matrimonio con Franziska Schwaninger
- I primi periodi in divisa militare
- Un vescovo e molti suoi sacerdoti contrari al nazismo
- Un tradimento del messaggio evangelico
- Una scelta maturata nella solitudine
- Nove importanti commentari
- La nuova chiamata alle armi e la carcerazione a Linz
- Il trasferimento a Berlino e il processo
- La morte a Brandeburgo
- Il riconoscimento della grandezza di Franz Jägerstätter
- La storia di un martire
Thomas Merton ha così concluso le pagine che ha dedicato a Franz Jägerstätter nel suo libro Fede e violenza: “La storia del contadino austriaco è in modo evidente quella di un martire, di un cristiano che seguì la propria coscienza e la volontà di Dio con una dedizione che non può trovare piena giustificazione soltanto in un movente umano. In altri termini sembra che già in questa biografia si possa trovare una prova persuasiva di ciò che la Chiesa cattolica considera santità. Il vero problema sollevato dalla vicenda di Jägerstätter non è unicamente quello del diritto individuale del cattolico all’obiezione di coscienza (ammesso in pratica anche da quelli che dissentivano completamente da Jägerstätter), ma è il problema della missione propria della Chiesa: di protesta e di profezia nella più grave crisi spirituale che l’uomo abbia mai conosciuto".
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