a cura di Floriano Roncarati
Collaboratore a diverse testate giornalistiche, è componente dell’Ufficio Stampa della FID; conduce dagli Studi dell’emittente “Ciao Radio” di Bologna la trasmissione sportiva “Fari puntati su…” e cura una rubrica di motorismo, è membro dell’”Osservatorio regionale sull’associazionismo di promozione sociale” della Regione Emilia – Romagna ed è componente della “Lega Pensionati Cisl San Vitale – Bologna”
VIII Festa della Storia Mercoledì 19 ottobre 2011 ore 16/19 – Cappella Farnese (Palazzo d’Accursio – Bologna)
Uomini Liberi nella coscienza nazionale
Il caso Fanin e i conflitti del dopoguerra nelle campagne bolognesi
All’interno dell’VIII° Festa della Storia, il Liceo Scientifico “E.Fermi” organizza il convegno “Il caso Fanin e i conflitti del dopoguerra nelle campagne bolognesi” mercoledì 19 ottobre alle ore 16 presso la Cappella Farnese. Il Convegno intende approfondire il tema del 3° Concorso Nazionale “Uomini Liberi nella coscienza nazionale. Dalla guerra alla Repubblica (1940/1948)”, rivolto alle scuole secondarie superiori. Il Concorso invita le scuole a raccogliere, nella pluralità delle memorie di questi anni caratterizzati da un forte impegno della società civile, la testimonianza degli Uomini Liberi, le cui azioni hanno reso possibile la ricostruzione del tessuto sociale lacerato dalla guerra e dai conflitti del dopoguerra. Gli avvenimenti del 1948 nella provincia di Bologna hanno avuto un’importanza nazionale e Giuseppe Fanin ne è uno dei protagonisti.
Al Convegno sono stati invitati a parlare studiosi, quali Alessandro Albertazzi e Marco Poli, e soprattutto importanti testimoni, ossia Giovanni Bersani e Giorgio Stupazzoni. Sul sito il programma dettagliato (www.storiamemoria.it).
Finita la guerra, l’Italia era un paese fatto di macerie, teatro di una guerra mondiale e di una guerra civile. Se nelle città buona parte delle abitazioni era andata distrutta, le operazioni belliche avevano investito, nella primavera del ’45, le aree agricole più intensamente e modernamente coltivate. E fu l’agricoltura a essere al centro di aspri e ampi conflitti sociali. Le lotte sindacali, infatti, si svolsero spesso nelle campagne, settore che assorbiva circa il 45%-50% degli occupati.
Il 3 giugno 1944, prima della conclusione del conflitto mondiale, venne costituita a Roma da Grandi, Buozzi e Di Vittorio la Confederazione Generale del Lavoro, unica confederazione generale italiana del lavoro. La GCIL a Bologna e in Emilia Romagna ebbe subito, ad opera soprattutto dei comunisti, il nucleo numerico e organizzativo più forte. Bologna fu, in un certo senso, specialmente negli anni 1945/1946, la capitale sindacale del Paese.
La Federterra era la federazione più importante, sia sul piano quantitativo, che su quello sociale, perché la questione agraria era allora uno dei maggiori problemi.
Ma la convivenza tra le diverse componenti all’interno del sindacato fu, specialmente a Bologna, molto difficile. Dopo l’esclusione dei comunisti dal governo nel maggio 1947, nell’autunno-inverno di quello stesso anno un’ondata di scioperi investì il mondo del lavoro. Il 18 aprile 1948 si svolsero le prime elezioni repubblicane. Si approfondì la contrapposizione frontale tra gli schieramenti, che non poteva non lasciare indenne l’unità sindacale. Intanto, in campo agricolo, infuriava la lotta per i contratti agrari.
Il 14 luglio 1948 l’attentato a Togliatti portò il paese sull’orlo di una nuova guerra civile.
L’esecutivo nazionale della CGIL decise di proclamare lo sciopero generale, nonostante il dissenso della corrente sindacale cristiana, i cui dirigenti per questo motivo furono espulsi dall’esecutivo. In ottobre si arrivò così alla costituzione della Libera CGIL (Lcgil).
Il 18 ottobre i parlamentari bolognesi Bersani, Elkan, Manzini e Salizzoni presentarono un’interpellanza in Parlamento sui gravissimi episodi di violenza che si erano verificati nella provincia di Bologna subito dopo la proclamazione dei Liberi sindacati.
Lo stesso Togliatti si lamentava della situazione dell’Emilia, affermando che in quella regione, e specialmente in alcune provincie, non esisteva la legalità costituzionale.
E’ in questo clima e in questa situazione che il 4 novembre 1948 fu ucciso Giuseppe Fanin. Un episodio che ebbe un’eco immensa in tutto il paese e che placò momentaneamente le violenze.
Poco dopo l’assassinio di Fanin, uscirono dalla CGIL le componenti repubblicana e socialdemocratica che, con la Lcgil, firmarono un accordo per arrivare all’unificazione.
Nasce così la CISL il 30 aprile 1950.
Biografia del Servo di Dio Giuseppe Fanin
A Casalecchio di Reno il “Circolo MCL Lercaro” ricorda Giuseppe Fanin
• Venerdì 28 ottobre 2011 ore 21 Giuseppe Fanin: dalla memoria alla testimonianza
In preparazione all'anniversario dell'uccisione di Giuseppe Fanin,
venerdì 28 ottobre 2011, alle ore 21, il prof. Giuseppe Cremonesi terrà una pubblica conferenza dal titolo "Dalla memoria alla testimonianza", presso la parrocchia S. Lucia di Casalecchio di Reno (via Bazzanese 17).
L'incontro, promosso dal locale Circolo Mcl, intende far conoscere la figura del giovane animatore dei lavoratori cristiani bolognesi attualizzandone l'insegnamento di vita
• Venerdì 4 novembre 2011 ore 9 Cerimonia in Via Giuseppe Fanin
Nella mattinata di venerdì 4 novembre 2011, alle ore 9, avrà luogo la cerimonia di commemorazione del 63° anniversario del sacrificio di Giuseppe Fanin nella strada che il Comune di Casalecchio di Reno gli ha dedicato (in prossimità di Via del Lavoro di fronte alla Polizia stradale).
Interverranno:
- Don Luigi Garagnani, Parroco ai Ss. Antonio e Andrea di Ceretolo,
- Don Bruno Biondi, Parroco di Santa Lucia di Casalecchio,
- Simone Gamberini, Sindaco di Casalecchio
- Francesco Motta, Presidente del Circolo MCL Giacomo Lercaro di Casalecchio.
Testamento morale di Giuseppe Fanin
Esercizi spirituali / Villa San Giuseppe - San Luca (Bologna) / 2 - 5 aprile 1947
Riforma Spirituale
Ponendomi dinanzi a Dio e con il Suo aiuto io intendo ora compilare questo scritto, cercando di mettere sulla carta, con la maggior fedeltà possibile, quelli che sono i pensieri e i propositi maturati nella mia anima e nel mio cuore durante questi, che spero, salutari e santi Esercizi.
Per primo punto, pur considerando le mancanze che in seguito per la mia stessa debolezza commetterò, intendo aderire al 3° grado di perfezione spirituale, secondo il pensiero di Sant'Ignazio. Quanto sopra nell'ambito della vocazione e dello stato di vita scelto (benché non sia ancora detta l'ultima parola) che a rigor di termini è definito matrimoniale. In conseguenza di quanto sin qui affermato, declino ora i miei concreti propositi nei miei rapporti con Dio, me stesso ed il prossimo.
Dal “Decreto di introduzione della causa” del 4 ottobre 1998 - GIUSEPPE FANIN "Servo di Dio"
"La memoria di Giuseppe Fanin non si spenta dopo la sua morte, anzi è andata aumentando nel corso del tempo, estendendosi anche al di fuori della nostra Diocesi e regione, e sollecitando molti cristiani ad un impegno sociale evangelicamente ispirato. Abbiamo perciò ritenuto opportuno raccogliere la documentazione del suo impegno ecclesiale e della sua adesione agli insegnamenti evangelici. Alla luce delle testimonianze assunte, e più in generale della fama di santità di cui Ci è giunta notizia, abbiamo deciso di avviare la Causa di Beatificazione.”
Bologna 4 ottobre 1998
+ Giacomo Biffi
Cardinale Arcivescovo
Preghiera
Ottomila strade per Giuseppe Fanin
Fra pochi giorni ricorre l’anniversario del sacrificio di Giuseppe Fanin, una delle figure più fulgide del movimento sociale cristiano; il sindacalista persicetano è un riferimento per quanti sono impegnati in politica, nell'associazionismo, e nell'organizzazione sindacale. Non è raro trovare il ritratto di Giuseppe Fanin nelle sedi più impensate: circoli, leghe sindacali e sedi di patronato, da Belfiore d'Adige, in provincia di Verona a Canicattì, in provincia di Agrigento. Con queste poche righe rilanciamo la campagna "Ottomila strade per Giuseppe Fanin"; lo scopo è di arrivare ad intestare in ogni comune dell’articolato sistema delle autonomie locali vie o edifici pubblici al martire persicetano. La proposta è rivolta innanzitutto alle strutture periferiche dell'associazionismo e del mondo del lavoro. In questa azione - petizione si punta soprattutto al coinvolgimento delle persone impegnate nei Consigli comunali e nelle Giunte locali.
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