Se il lavoro non è una merce...
Dalla conoscenza e dalla riflessione critica alla proposta
Dalla conoscenza e dalla riflessione critica alla proposta
Seminari 2011-2012 dell'Istituto De Gasperi di Bologna
Tutti gli incontri si svolgeranno presso il Convento di San Domenico, Piazza San Domenico 13 - Bologna
Lunedì 5 dicembre 2011, ore 21
Il dibattito sul lavoro e i diritti sociali all'Assemblea Costituente: una lettura in chiave di attualità.
Presentazione del Corso di DOMENICO CELLA, Presidente dell’Istituto De Gasperi;
Prof. IGNAZIO MASULLI, docente di Storia del lavoro nella Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Bologna.
Sabato 14 gennaio 2012, ore 9,30
I numeri della flessibilità in Italia e in Emilia Romagna
Prof. MICHELE LA ROSA, docente di Sociologia del lavoro nella Facoltà di Scienze Politiche di Bologna;
CARLO FONTANI, ricercatore IRES Emilia Romagna.
Sabato 21 gennaio 2012, ore 9,30
Le forme della flessibilità. Una lettura ragionata dei contratti di lavoro previsti dalla legislazione italiana
Prof. ANDREA LASSANDARI, docente di diritto del lavoro nella Facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Bologna.
Sabato 4 febbraio 2012, ore 9,30
Le proposte in campo per una nuova legge sul lavoro in Italia
Dialogo tra prof. PIETRO VARESI, docente di Diritto del lavoro presso la Facoltà di Economia dell'Università Cattolica, sede di Piacenza,
e avv. prof. PIERGIOVANNI ALLEVA, docente di Diritto del Lavoro nell'Università politecnica delle Marche.
Sabato 18 febbraio 2012, ore 9,30
Una nuova legge sul lavoro in Italia: dalla riflessione critica alla responsabilità della proposta. Le sollecitazioni dell'Istituto De Gasperi di Bologna
Prof. MICHELE LA ROSA;
Prof. MICHELE LA ROSA;
prof. LUCIANO GALLINO, sociologo del lavoro dell'Università di Torino.
Gentile amica e caro amico,
Le proponiamo un corso di incontri su Lavoro e flessibilità dell’occupazione. Se il lavoro non è una merce…, che inizierà lunedì 5 dicembre alle ore 21 a Bologna presso il Convento di San Domenico con una lettura in chiave di attualità del dibattito sul lavoro e i diritti sociali all'Assemblea Costituente, proposta dal prof. IGNAZIO MASULLI, docente di Storia del lavoro nella Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Bologna.
Gli altri quattro incontri (sui “numeri” e sulle “forme” della flessibilità e sulle proposte sin qui formulate per una nuova legge del lavoro in Italia) si svolgeranno, secondo il programma che Le uniamo, nei mesi di gennaio e febbraio 2012. Tutti gli incontri si terranno a Bologna, presso il Convento di San Domenico in Piazza San Domenico 13.
Ai partecipanti proponiamo come spunto generale l’ormai classico volume del prof. Luciano Gallino (uno dei relatori ai Seminari) Il lavoro non è una merce, 2007, Editori Laterza, e particolarmente l’ultimo capitolo intitolato “contro la precarietà, una politica del lavoro globale”, che le trasmettiamo. Il volume, esemplare sotto moltissimi aspetti (a partire dallo scrupolo dell’analisi e dal rifiuto dei luoghi comuni), lo è anche sotto la modestia del prezzo (8 euro).
Ci piacerebbe moltissimo averLa con noi lungo l’intero percorso formativo immaginato. Le uniamo al riguardo la scheda di adesione. Può ritrasmettercela via mail ma può anche aderire chiamandoci al telefono. Le chiederemmo poi di segnalare l'iniziativa ad amici e conoscenti, specie ragazzi e ragazze.
Ci lasci dire in poche parole lo stato d’animo che ci ha spinto a questa iniziativa: sì, siamo molto preoccupati, il lavoro che è dato a tanti nostri concittadini con gli oltre 40 contratti atipici previsti dalla legge è, in gran parte, frammentato e banale e spesso reca “danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana”. Questo lavoro non è “fondamento” della nostra vita democratica e non ha le qualità per concorrere alla crescita e allo sviluppo (al “progresso materiale e spirituale della società”), Occorrerebbe immaginare prospettive di rientro nel senso della sicurezza, altro che approfondire il solco delle tante flessibilità e precarietà.
Nei nostri Seminari, tuttavia, la parola sarà data in primo luogo alla informazione e alla conoscenza. Non si preoccupi di avere idee diverse dalle nostre, perché vogliamo conoscere le sue.
Sperando di incontrarla, le inviamo un cordiale saluto.
Domenico Cella - Presidente dell’Istituto
Piero Parisini - Vice Presidente
Gianluigi Chiaro - Responsabile dei Seminari
In Italia la legge mette a disposizione delle imprese oltre 40 tipi di contratti di lavoro “non standard”, difformi da quello ordinario a tempo indeterminato.
Nella grande maggioranza dei casi tutta questa varietà (“flessibilità dell’occupazione”) si traduce concretamente in prestazioni lavorative frammentarie, precarietà delle condizioni retributive, normative e di autotutela sindacale; con tutti gli annessi e connessi in termini di condizioni di vita delle persone.
Così milioni di lavoratori (giovani e meno giovani!) riescono a strappare con fatica un contratto di lavoro che, a ben vedere, arreca “danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana”: il danno che l’art. 412 della Costituzione impone di voler scongiurare.
Migliori ammortizzatori sociali, qualche tutela in più sarebbero sicuramente utili per “ridurre il danno” della flessibilità dell’occupazione, ma non sarebbero sufficienti a realizzare quel concorso creativo, competente e responsabile “al progresso materiale e spirituale della società” che l’art. 42 Cost. attribuisce al lavoro di ogni cittadino abile, qualificandolo addirittura come un “dovere”.
Difficilmente, poi, un lavoro di questo tipo potrebbe costituire il fondamento di serie politiche di crescita e sviluppo.
Contro la precarietà, una politica del lavoro globale (Documento generale del Corso)
di Luciano Gallino
sociologo del lavoro dell'Università di Torino
E’ l’enorme squilibrio tra le condizioni di lavoro nei paesi sviluppati e nei paesi in via di sviluppo a muovere la domanda ossessiva di lavoro flessibile, in una concorrenza senza fine verso il basso della scala della precarietà e dell’impoverimento. Le azioni possibili nelle istituzioni ed organizzazioni internazionali. Una nuova legge sul lavoro seriamente rispettosa della Costituzione.
(tratto da: Luciano Gallino, Il lavoro non è una merce. Contro la flessibilità, Editori Laterza 2007)
Non v’è dubbio che tentar di affrontare le cause della flessibilità del lavoro al posto di curare i suoi effetti, pur ammettendo che la seconda opzione sia meglio del restare inerti dinanzi alla precarietà delle vite che essa ingenera, è un compito tale da apparire, sulle prime, al di fuori della portata di qualsivoglia azione politica. Una volta riconosciuto che la flessibilità deriva in ultimo da un
immane processo economico globale che non esclude nessun paese, vien naturale chiedersi come possa un singolo governo, o Stato, cercare di contrastarla intervenendo sulle sue cause. Di certo siamo dinanzi a un impegno di lungo periodo, nulla meno di un compito storico che non si può affrontare redigendo diligentemente un elenco più o meno lungo di provvedimenti contro la precarietà del lavoro, da introdurre e spuntare poi di volta in volta nel corso del quinquennio che intercorre tra un’elezione e l’altra.
Nonostante tale difficoltà, se si prova ad approfondire un poco i termini della questione, essa non sembra così intrattabile come si suole presentarla. Al fine di accostarvisi con efficacia è opportuno scomporre la questione in due piani, quello internazionale e quello interno.
Documenti Corso
Se il lavoro non è una merce...
dall'Istituto De Gasperi di Bologna
La invitiamo al primo incontro del nostro Corso sul lavoro che si terrà a Bologna presso il Convento di San Domenico lunedì 5 dicembre alle ore 21.
Il prof. IGNAZIO MASULLI, docente di Storia del lavoro nella Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Bologna, svolgerà un intervento su "Il dibattito sul lavoro e i diritti sociali all'Assemblea Costituente: una lettura in chiave di attualità". Nei prossimi giorni Le invieremo un Report dell'intervento.
Ora Le proponiamo la lettura dello Statuto dei Lavoratori (Legge n. 300/1970) e della bella relazione al Disegno di Legge del Ministro del Lavoro Giacomo Brodolini, l'artefice dello Statuto insieme al prof. Gino Giugni e all'on. Carlo Donat Cattin, che, dopo la scomparsa del ministro socialista, ne prese il posto e portò in porto il provvedimento. Lo Statuto è "l'anima bella" del diritto del lavoro italiano (si è detto che introdusse la Costituzione nelle fabbriche e nelle imprese). In parte modificato, ancor più aggirato, è oggetto di contrastanti interpretazioni. Una ha particolare attinenza al tema del nostro corso ("Flessibilità dell'occupazione"): lo Statuto sarebbe incompleto e insufficiente a fronteggiare la diversificazione dei lavori di questi ultimi quaranta anni e l'esplosione di quelli atipici, precari o semplicemente esternalizzati, nelle varie forme dell'impresa flessibile e globalizzata. Noi proporremmo di ribaltare il ragionamento, analizzando e giudicando questi nuovi lavori alla luce dei valori (se non delle tecniche di regolazione) impressi nello Statuto sulla scorta delle indicazioni costituzionali.
La Relazione al Disegno di Legge sullo Statuto dei Lavoratori
di Giacomo Brodolini
I precedenti del disegno di legge
I principi ispiratori
Della libertà e dignità dei lavoratori
Della libertà sindacale
Dell’attività sindacale
Disposizioni generali
Campo di applicazione della legge
Norme sulla tutela della libertà e dignità dei lavoratori, della libertà sindacale e dell'attività sindacale nei luoghi di lavoro e norme sul collocamento.
L. 20 maggio 1970, n. 300
Pubblicata nella Gazz. Uff. 27 maggio 1970, n. 131
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